Il calcio è poesia - L´uomo che sognava stadi

04-09-2015 08:58 -


L´incredibile storia di Archibald Leitch

L´uomo che sognava stadi era in fondo solo il quarto figlio di un modesto fabbro. E quando morì, solo un piccolo necrologio parlò della sua dipartita. La vanità non aveva mai preso il posto della virtù, ma molti si dimenticarono presto di chi fosse stato il signor Archibald Leitch. Quello che da ragazzino disegnava muri in aria con le mani e che soprattutto aveva la genialità di creare stadi di calcio, come aveva creato capannoni industriali e spazi navali. Leitch era uno che vedeva uno stadio in quattro acri, incastrati tra schiere di case e linee ferroviarie, perché così è nato il The Den. Forse pochi avranno il coraggio di pensare cosa fece quest´uomo in vita sua, capace di creare e rimodellare da solo, con i suoi disegni, tutta una serie di stadi, da tifoso soprattutto. Un po´ come se Renzo Piano si mettesse lì a disegnare tutto il campionato italiano, dopo aver compreso però cosa sia il calcio sugli spalti. Anfield, Liverpool; Arsenal Stadium, Highbury; London, Ayresome Park, Middlesbrough; Bramall Lane, Sheffield; Cardiff Arms Park, Cardiff; Craven Cottage, Fulham, London. Non fermatevi, guardate più in là: Dalymount Park, Dublin; Deepdale, Preston; The Old Den, New Cross, London; Dens Park, Dundee; The Dell, Southampton; Ewood Park, Blackburn; The Double Decker stand (The Kop), Filbert Street, Leicester; Fratton Park, Portsmouth; Goodison Park, Liverpool ma il campo dell´Everton; Hampden Park, Glasgow; Home Park, Plymouth; Ibrox Park, Glasgow; Hillsborough Stadium, Sheffield; Lansdowne Road, Dublin; Leeds Road, Huddersfield; Molineux, Wolverhampton. Fermatevi a pensare e ripartite attoniti: Old Trafford, Manchester; Park Avenue, Bradford; Roker Park, Sunderland; Rugby Park, Kilmarnock; Saltergate, Chesterfield; Selhurst Park, South Norwood, London; Somerset Park, Ayr; Stamford Bridge, Walham Green, la terra del Chelsea; Starks Park, Kirkcaldy; Twickenham Stadium; Tynecastle Stadium, Edinburgh; Valley Parade, Bradford; Villa Park, Birmingham; West Ham Stadium, Custom House, London; il mitico White Hart Lane, Tottenham, London; Windsor Park, Belfast. Il rosso dei mattoni sulla pareti, come il verde dei campi dentro, i colori dell´ingegno. La fama spesso arriva a premiare anche chi non la meriti, con tutte le apparenze del falso bene. Ma non era il suo caso. Leitch non fu mai valutato durante al sua vita terra se non rivalutato dopo. Eppure il suo primo impianto, proprio Ibrox finì male, per una tragedia che nel 1902 vide molte persone morire durante uno Scozia- Inghilterra, per il crollo di un terrazzamento. Leithc non uscì però danneggiato da quella storia, anzi; continuò a voler capire il calcio ed a rimodellarlo, sempre di più con le sue idee, togliendo quelle discese senza appigli dagli impianti, costruendo piani, tribune. Trasmettendole ai posteri molto, se è vero che nel 1966 ( lui morì nel 1939) degli 8 stadi che vennero utilizzati per il mondiale poi vinto da Sir Alf Ramsey, ben sei erano stati ideati da lui. Raccontava di aver dato solidità ad impianti che in passato erano solo legno, e questo per un tratto gli mise contro club britannici conservatori, ma riuscì a regalare prospettiva ed anche un senso di calcio, quasi riunito e rinato. Tifava Rangers, morì nel quasi anonimato, e dopo la sua scomparsa molte riparazioni ed ammodernamenti si legarono all´attività di un altro Leitch, Archibald Kent, suo figlio. Resta l´uomo che sognava stadi.

ARMANDO NAPOLETANO


Fonte: UNVS La Spezia www.unvsliguria.it