Il calcio è poesia - 28, Lisboa. Un Tram chiamato Ronaldo

18-02-2016 15:18 -

- Altura di Lisbona, pendio sudorientale. Lui passa lento tra le case, quasi le guarda. Il profumo di griglia e di carne danno un senso di poesia alla città vecchia. Solo dopo qualche migliaio di metri, lui comincia a scendere. Abbiamo visto persone scattare foto ed immagini e virarle in bianco e nero, il tempo bisogna fermarlo. Il mitico 28 il tram che accarezza l’Alfama, lo vedi ogni giorno, tra gotico e musulmano. Più corri con quel tram e ti aggrappi ai finestrini, più ti resta difficile pensare che quel luogo era in fondo la residenza di nobili e ricchi di Lisbona; è il puzzo forte che ti mette in mente altro. Ci sarebbe anche un 28b, come un 24 ed un 16, ma molti preferiscono il 28, quel 28. I tifosi dello Sporting, per un breve periodo, quel tram lo hanno cavalcato con un senso diverso. Erano i giorni, i primi, di Cristiano Ronaldo, il ragazzino fatto arrivare da Funchal, e messo tra le sue grida, in una scuola privata, dove un giorno aveva anche alzato una sedia contro un’insegnante; che lo aveva definito in fondo per quello che era, ancora grezzo. Ma il ragazzino viaggiava come quel tram in discesa, ed anche se era il più giovane faceva capire tutto, quanto fosse fenomeno. Come quel tram e quei posti dell’Alfama, metteva in crisi chi lo guardava, nella nobiltà di Lisbona, con la maglia bianco verde, da scheggia impazzita, da ragazzino spostato continuamente nella sua traiettoria dal vento. Il tram ed il ragazzino trovarono la loro apoteosi una sera, quella nella quale corsero in contemporanea, quando venne fatto esordire in una match contro l’Inter, 14 agosto 2002 preliminare di Champions. Entrò e fece quello che avrebbe fatto il tram, con lo stesso numero addosso; discese lente e poi veloci, su e giù per quell’erba. Al termine della gara, Gigi Di Biagio, voleva scambiare la sua maglia con quella del capitano dello Sporting, ma Almeyda lo aveva anticipato. Se ne andò negli spogliatoi seccato, quanto ad un certo punto lo avvicinò il ragazzino, e gli chiese lo scambio. Sulle prime Gigi rise, poi sfilò la sua e si prese quel 28. Che oggi ha nella sua bacheca come la sacra Sindone. La storia di quel tram che andava ed ancora va e di quel ragazzino, uniti sotto lo stesso numero finì un pomeriggio quando, nello spogliatoi del Manchester United, al momento di scegliere il numero delle maglia, il nuovo arrivato Cristiano disse ‘28’. Ma Ferguson lo guardò e con il dito disse inequivocabilmente NO, ” Tu prendi il 7, quello di Best…. Per capire cosa dovrai vincere”. Lui prese il 7, e cambiò tram.

ARMANDO NAPOLETANO


Fonte: UNVS La Spezia www.unvsliguria.it