CONVEGNO TECNICO - SCIENTIFICO ------- LOANO, 5 MAGGIO 2016 - SALA CONSILIARE DEL COMUNE

11-04-2016 17:50 -

Nel periodo dell´Assemblea Nazionale UNVS, che si terrà a Loano (presso la struttura Loano 2 Village) dal 5 al 7 Maggio p.v., organizzata da 3 delle Sezioni UNVS della Liguria, Savona (Presidente Roberto Pizzorno), Loano (Presidente Domenico Colnaghi), Varazze (Presidente Giovanni Gracchi), grazie alla disponibilità della PA di Loano, guidata dal Sindaco Luigi Pignocca, avrà svolgimento presso la Sala Consiliare del Comune, un Convegno dal titolo:

“La realtà attuale ed i nuovi scenari dell´Educazione Fisica e delle Scienze Motorie e Sportive in ambito scolastico”

E´ noto che l´UNVS (UNIONE NAZIONALE VETERANI DELLO SPORT) risulti un Ente accreditato/qualificato dal Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca per la formazione del personale della Scuola.

Il Convegno sarà tenuto dal Dott. Pasquale Piredda, Presidente della Commissione Nazionale Cultura dell´UNVS.

Altro relatore sarà il Prof. Dino Sangiorgio, Socio UNVS della Sezione di Napoli.

Il programma, in dettaglio, appare sulla locandina pubblicata e qui allegato.

Il Corso è destinato agli:
Insegnanti della Scuola dell´Infanzia, Insegnanti della Scuola Primaria, Insegnanti della Scuola Secondaria di Primo Grado, Insegnanti della Scuola Secondaria di Secondo Grado, Istruttori sportivi, ed a tutti gli interessati sulle tematiche in oggetto.
Il Convegno fa seguito, per argomenti trattati, a quello tenutosi a Rocca di Mezzo (AQ), nei mesi di Gennaio e Marzo 2016.
Questo il link, per info:

http://www.unvsabruzzo.it/Al-via-gli-Staff-di-Formatori-Scolastici-dellUNVS.htm

Seguono alcune note professionali dei 2 relatori:

Dott. PASQUALE PIREDDA

Psicopedagogista

Già Coordinatore dei Servizi di Educazione Motoria Fisica e Sportiva dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Latina e proviene dall’insegnamento di Educazione Fisica

Ha svolto funzioni di referente provinciale per la Consulta degli Studenti presso |’Ufficio Scolastico Provinciale di Latina

È docente alla Scuola Regionale dello Sport del CONI del Lazio

Ha partecipato, su nomina del Ministero, a due Commissioni Nazionali per la Riforma dei vari ordini di Scuola

Ha organizzato, su incarico del Ministero della Pubblica Istruzione, varie Manifestazioni studentesche a livello nazionale

Ha svolto attività di direzione e docenza a numerosi corsi a carattere nazionale, regionale e provinciale organizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione

Ha partecipato, in qualità di esperto, a numerose Commissioni e Seminari di studio, organizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione

Ha partecipato, in qualità di relatore, a vari Convegni di studio organizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione, dagli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali e dall’Università di Chieti

Ha partecipato, in qualità di Coordinatore disciplinare, a due Pacchetti formativi del Ministero della Pubblica Istruzione

È autore di varie pubblicazioni sulle problematiche giovanili e sull’attività motoria e sportiva

Ha collaborato con la Rivista “Scuola e Didattica” (Ed. La Scuola, Brescia)



Prof. DINO SANGIORGIO

Il Prof. che allena anche il cervello "C´è un campione in tutti gli uomini"

Scritto da MARCO CAIAZZO (Repubblica del 28/04/2014)

NON si può scrivere di Dino Sangiorgio senza partire dall´episodio spartiacque della sua vita, l´emorragia cerebrale del 2005 che lo mandò in coma per 40 giorni. Alla moglie chiesero l´autorizzazione per donare gli organi quando lui era ancora attaccato a un macchinario, lei, Annalisa, disse no. In quell´ospedale c´era tutto il Posillipo insieme a Patrizio Oliva, a cestisti, pallavolisti, gli amici di una vita. Perché il professor Sangiorgio è un grande preparatore atletico, «anche se oggi mi definisco un metodologo dell´allenamento ». Il malore lo colpì nella scuola in cui insegnava, la Tito Livio. «Il primo a soccorrermi fu Oliva, avevo appuntamento con lui e quando arrivò mi trovò a terra». In ospedale iniziò presto la processione dei suoi ragazzi. «Ho ancora tanti messaggi di affetto conservati su un vecchio cellulare». Uscì dal coma dopo oltre un mese, «non si sa come, i medici ancora se lo chiedono». Temevano restasse paralizzato, invece Sangiorgio ha ripreso presto a camminare e oggi fa tutto come prima. «È stata la svolta della mia vita. Dicono che dopo un episodio del genere si riscoprano i valori reali della vita, posso confermare». Oggi è il dirigente di una scuola di Fuorigrotta. «Studiavo per il concorso da preside e facevo terapia, ho aperto il primo libro in ospedale. È stato faticoso, ma l´abitudine alla fatica che viene dallo sport ha dato un significato alla mia vita». La prima volta che esce dall´ospedale non si dirige verso la sua casa al Vomero, ma alla Scandone. «C´era la finale di Coppa dei Campioni, il Posillipo vinse e in diretta tv capitan Felugo mi dedicò il trionfo».
Sessantuno anni, Sangiorgio ha praticato atletica negli anni ‘70. «Ho corso i 100 metri in 10"8 e vinto un campionato universitario nella 4x100 con Pietro Mennea, poi ho seguito Mario Longo, campione di livello mondiale». Ha allenato i canottieri del Posillipo, la Nazionale di spada e quella di canoa polo. E poi Oliva quando è tornato sul ring, alla fine degli ‘80. «Uno che sarebbe arrivato in alto in qualsiasi sport, Patrizio. Una capacità di apprendimento eccezionale. Mi scelse tra tre preparatori atletici. Uno gli proponeva l´allenamento all´ippodromo, un altro di correre nei boschi. Io fui chiaro: con me ti allenerai normalmente alle nove del mattino, gli dissi. Poco lavoro ma mirato, un lavoro muscolare che non aveva mai fatto. In seguito mi chiese pure di preparare Massimo Ranieri per un musical in cui interpretava un pugile». Il coach del Napoli Basket, Bucchi voleva filmare i suoi allenamenti («ma mi opposi») e portarlo a Milano. «Dissi di no, a Napoli avevo costruito tutto. Io insegno part time: faccio il mio lavoro e torno a casa, libero di fare altre cose ». La pallavolista Keba Phipps nei suoi anni napoletani s´innamorò dei suoi metodi. «Mi diceva sempre che in America sarei stato un santone del fitness ».
Il metodo Sangiorgio, dunque. «Tutto il mio programma di lavoro è concepito sulle capacità neurologiche legate al movimento. Alla base di un grande atleta non c´è la capacità di allenare il muscolo, ma quella di alle- nare il sistema di pensiero a costruire mappe motorie. Intenzionalità e sistematicità dell´organizzazione sono concetti sui quali batto sempre il tasto. Ognuno di noi ha energie da sfruttare, i miei atleti devono tirarle fuori tutte». Una volta all´allenamento di Oliva arrivò Nino Benvenuti. «Stavamo facendo esercizi di equilibrio in acqua, rimase stupito. Il pugilato è un elemento di intelligenza, non di forza. Non volevo insegnare la boxe a Benvenuti, però io così la pensavo. Presuntuoso? Forse sì, e con un caratteraccio. Da ragazzino, alcuni amici mi indicarono un atleta: guarda, è Mennea. E io sono Sangiorgio, risposi. Sono un rompiscatole e non ammetto deroghe. E da preside sono ancora peggio. Però l´istituto funziona, abbiamo 950 alunni, facciamo progetti per bambini dai 3 ai 5 anni e per i loro nonni, progetti di autodifesa personale, ospitiamo l´Accademia della Scherma».
Il vero amore è la pallanuoto. Allena il Posillipo da trent´anni, ha vinto tutto con De Crescenzo, che l´ha voluto anche in Nazionale. Mario Fiorillo è stato il suo pupillo, «il numero uno dal punto di vista dell´applicazione, la perfetta espressione dell´intelligenza motoria». La più bella vittoria è quella ai Giochi della Gioventù della sua scuola. «E poi uno scudetto vinto col Posillipo a Roma.
La verità è che le vittorie sono tutte belle e le sconfitte tutte amare, ma niente è frutto del caso. Certo, c´è il talento naturale e la predisposizione fisica, ma il resto è solo allenamento. Lo dico sempre ai miei collaboratori, noi siamo come gli chef. Non bastano gli ingredienti buoni, bisogna metterli insieme. Il buon metodologo sa quanto e come deve caricare l´allenamento, che recupero dare, costruire la serie di esercizi. Lo dico anche ai ragazzi dell´Università di Campobasso e della Pegaso, dove insegno. Lo so, faccio mille cose insieme... «.
Ma in estate si stacca la spina. «Ho fatto il liceo classico, volevo diventare archeologo e così ancora oggi in vacanza leggo solo romanzi storici. Vado in Corsica da 28 anni, ma prima ho girato il mondo. Una corsa in Vespa con Annalisa in Grecia, un viaggio in camper fino a Capo Nord, tanti anni sulla mia Guzzi su e giù per l´Europa. Perché la vita, come dice Luciano De Crescenzo, è un´emozione bidimensionale. Si può vivere in maniera monotona, in lunghezza, oppure in larghezza, con alti e bassi, facendo mille cose. Allora dopo sessant´anni avrai solo trent´anni. Ecco, io mi sento proprio così».
Negli anni Settanta facevo atletica: correvo i cento metri in 10"8 e ho vinto un campionato universitario nella 4 x 100 in staffetta con Pietro Mennea.
Sono andato in Grecia in Vespa, e su e giù per l´Europa con la mia Guzzi.
Come dice Luciano De Crescenzo, dopo i 60 puoi avere 30 anni.



Fonte: UNVS Loano www.unvsliguria.it