Mei presenta la sua idea di Federazione: "Largo al ricambio generazionale"

07-09-2016 19:21 -

Lo spezzino candidato al vertice della FIDAL: "Non un uomo solo al comando, ma una squadra. Talenti ce ne sono, da cambiare il sistema. Gli stranieri? Non finiremo come il Bahrain. Non rinnego l´amicizia con Sandro Donati".

La Spezia - Parla di "squadra", di un´atletica che riparta dal basso, dai giovani e dalle scuole, e che ascolti i tecnici e il territorio. Stefano Mei ha iniziato a svelare l´idea di governo della FIDAL che perseguirà se venisse eletto presidente, ruolo per cui ha ieri annunciato la sua candidatura ufficiale. Una sala tutta nero lucido all´Hotel Diana Majestic di Milano ha fatto da sfondo alla conferenza stampa di presentazione, trasmessa in streaming sul nuovo sito dell´ex campione europeo dei 10mila a Stoccarda 1986, prima di un lungo tour per la Penisola. "L´uomo solo al comando è destinato a fallire, io voglio essere il capitano di una squadra e al servizio di chi collaborerà con me", ha detto Mei.
Si parte dal flop di Rio 2016 per un discorso più generale. "Lo so, l´atletica è differente da altri sport perché è globalizzata. Kenya o Botswana, che in altri contesti non senti mai nominare, qua possono vincere. Ma se anche non fosse andata male con Tamberi, non sarebbe cambiato di un virgola il giudizio su questo quadriennio. I talenti continuiamo ad averli, ma non si può un giorno dare contro tecnici e atleti perché il decentramento ha fallito e il giorno dopo prendersi il merito delle vittorie dei giovani".

Ed è questo uno dei temi chiave di tutta la critica di Mei al sistema: il rapporto tra centro e periferie, tra Federazione e società. "La FIDAL dia sostegno alle società che operano bene sul territorio curando le categorie giovanili e dia loro un mandato ufficiale per parlare con le scuole. Servono un po´ di risorse da destinare a quei club che fanno della scoperta dei talenti il proprio pane quotidiano". Quando si parla di defiscalizzazione per i club, cita la SpecTec Carispezia Duferco, la società spezzina di cui è presidente. "Siamo tra le prime 30 società in Italia e conosco le problematiche che si vivono quotidianamente tra scadenze e obblighi - dice Mei - La completa defiscalizzazione potrà esserci solo se fosse riconosciuto l´aspetto di utilità sociale dell´atletica. Ma questo è un lavoro che va fatto in sinergia con il CONI nei confronti del governo e della politica in generale". Sulla squadra che lo accompagnerà c´è ancora massimo riserbo, di certo c´è solo l´ex maratoneta Alessio Faustini. Ma potrebbe non essere la sola stella dell´atletica italiana anni Ottanta a seguirlo. "Entro la prima settimana di ottobre saprete tutto".

Impossibile non fare il confronto con Francia e Inghilterra, diventati colossi quando, ai tempi di Mei campione europeo, seguivano a distanza il tricolore. "Venivano a imparare da noi fino a vent´anni fa - ricorda lo spezzino - Io credo che sia il momento di un ricambio generazionale all´interno della federazione, dove ci sono le stesse persone da decenni. L´atletica ha perso visibilità mediatica? Quella è legata ai risultati, se non arrivano è difficile che i media parlino di noi. L´Italia è calciofila, ma noi abbiamo perduto anche il primato tecnico perché un tempo nel calcio c´erano preparatori tutti provenienti dal nostro mondo". Altro tema caldo, la "campagna acquisti" di atleti stranieri. Un fenomeno in espansione. "Chi fa attività in Italia, anche se non è nato qui, non deve essere un problema per noi. Ma la corsa all´acquisto dello straniero, preso all´ultima ora in vista delle competizioni, è da cassare salvo casi eccezionali. Non riesco a pensare all´Italia ridotta alla stregua del Bahrain, che ha un prezzario vero e proprio".
La domanda più delicata arriva in fondo e riguarda il caso Schwazer. Non è un mistero il legame tra Mei, Federico Leporati, spezzino ed ex allenatore dello stesso Mei, e Sandro Donati. "Sullo sport pulito penso non mi possa insegnare niente nessuno. Ci sono regole che vanno rispettate, su Schwazer c´è un processo penale in corso nel merito del quale non voglio entrare. Ma dico che la Fidal deve formare e informare in maniera più chiara. Sono certo che la maggior parte degli atleti azzurri sono puliti, ma chi risulterà positivo o chi salterà tre controlli non avrà più l´assistenza federale. E non rinnego la mia amicizia con Sandro Donati".

ANDREA BONATTI


http://blog.guerinsportivo.it/altri-sport/atletica/2016/09/07/latletica-di-stefano-mei?cookieAccept

Fonte: UNVS La Spezia www.unvsliguria.it