lerici – 35esima coppa byron – gaia naldini asso pigliatutto

08-09-2016 23:15 -

Tra gli agonisti vince Mario Sanzullo, prima tra le nuotatrici l´olimpionica Martina Grimaldi

Gaia Naldini (UNVS Genova) Prima classificata tra i Master 40


2016 - 28 Agosto - Lerici (Golfo dei Poeti)

Oltre 300 i partenti da Portovenere, per contendersi l´ambita Coppa Byron di nuoto, su un percorso di circa 8 Km., fino al lungomare di Lerici, in un perfetto scenario, che, oltre i numerosi agonisti italiani, ha visto la partecipazione di molti concorrenti stranieri (Inglesi, almeno 15 ed una trentina di Australiani, oltre a Francesi, Belgi, Tedeschi), che hanno ripetuto la storica traversata effettuata 2 secoli fa dal famoso Lord inglese, che da Portovenere raggiunse a nuoto l´amico Shelley, nel 1822, che dimorava a Casa Magni, dando così il nome all´evento.
Mare calmo, condizioni ottimali: quest´anno la competizione si è arricchita del cd Challenge Iron Byron, un prolungamento di 2 Km. della tratta, per uniformare il percorso a quello olimpico, che appunto si disputa sui classici 10 Km, che è stato percorso solamente da pochi nuotatori, certamente ben allenati.
Nella Byron "classica" tra gli agonisti maschi, si è classificato primo Mario Sanzullo (FFOO), ottima la prova dei giovani Francesco Ghettini (2° classificato) e Tommaso Tempesta (3° classificato), vicinissimo a lui, al traguardo.
Tra le agoniste, la vittoria è andata all´olimpionica Martina Grimaldi, seguita da Giulia Grasso, dopodichè, al terzo posto, la prima non agonista a toccare lo striscione di arrivo, è stata Gaia Naldini (Master 40)
La Byron ha visto Gaia Naldini collezionare 3 primi posti (1° Master Femminile assoluta, 1a nella classifica Iron Byron Master Femminile, 1° Master 40 Femminile)
Gaia, straordinaria nuotarice e di grande classe, è iscritta all´UNVS presso la Sezione "Emilio Lunghi" di Genova.
Paolo Perrotti, Master 55, anch´egli campione e nuotatore di grande esperienza, si è classificato 23° assoluto e 1° dei Master 55, Paolo è iscritto alla Sezione "O. Lorenzelli - F. Zolezzi" della Spezia, così come l´altro agonista di provata esperienza, Federico Di Carlo (Master 70), 192° assoluto.
Da rimarcare la prestazione della giovanissima piombinese Agnese Nesi (13 anni), 180a in classifica assoluta.
Perfetta la riuscita della gara, organizzata dal gruppo del Lerici Sport, patrocinata dai Comuni di Portovenere e Lerici e dalla Regione Liguria.
Più che efficace la presenza di oltre 65 imbarcazioni e diverse moto d´acqua, che hanno seguito i concorrenti, coordinati dalla Capitaneria di Porto della Spezia.
Importante il contributo di CNES, Polizia di Stato, Questura, Vigili del Fuoco, PA Lerici e Associazioni del Golfo.
A Portovenere, prima della partenza, è stato osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime del terremoto che ha colpito il Centro Italia: gli atleti hanno altresì aderito ad una raccolta di fondi, il cui ricavato sarà consegnato ai Vigili del Fuoco della Spezia (già presenti nelle zone colpite dal sisma) e da qui, alle popolazioni colpite dal disastro, durante l´avvicendamento con gli altri componenti del Corpo.
Infine, sul palco, a tenere le fila delle premiazioni è stata la giornalista Chiara Tenca, che ha saputo, come sempre, gestire al meglio i riconoscimenti e le interviste ai protagonisti.

Il Delegato UNVS Liguria, Piero Lorenzelli, ha presenziato alla competizione, per seguire i 3 Veterani agonisti, impegnati nella gara.

Video Coppa Byron 2016

https://www.youtube.com/watch?v=pUjotGsbiSg

https://www.youtube.com/watch?v=t4CzqgAEB0E

https://www.youtube.com/watch?v=TVc9CyPu-Lg

https://www.youtube.com/watch?v=ccSYOTV9TgY

https://www.youtube.com/watch?v=wVGcbzmaAlo

Classifica Coppa Byron 2016

http://www.nuotomaster.it/FONDO/fondo.asp




COPPA BYRON 2016

Commenti (da www.nuotomaster.it)


Byron 2016

di Raffaele Gambigliani Zoccoli



Come per l´anno passato la 35° Coppa Byron si presenta come un´edizione dai grandi numeri - con una gara che registra 308 partenti, compresa una delegazione di nuotatori anglosassoni che ha voluto onorare il poeta che da il nome alla Coppa.

Al mio arrivo al parcheggio la giornata si presenta calda e il mare, sullo sfondo, calmo e tranquillo.
Punzonatura con gradita maglietta e come sempre mi avvio verso la piazzetta di Lerici dove trascorreremo gran parte della giornata.

Roberto Figoli in fase di premiazione ci ha chiesto di segnalare quanto si può ancora migliorare per avere una manifestazione sempre più bella. Per quanto mi riguarda continuo a pensare che la Byron sia una delle gare più emozionanti del circuito, un po´ perché c´è questo fascino incredibile della traversata, un po´ perché è una gara ottimamente organizzata. Un plauso particolare va alla questione della sicurezza, perché è l´unica gara tra quelle che ho fatto in cui si ha sempre la sensazione di avere qualcuno al tuo fianco, tante barche e tante canoe che fanno la gara insieme a te.

L´unica cosa che ho pensato fin dalla prima volta che ho partecipato – e che pensano in tanti – è l´attesa per la gara, dopo la punzonatura. Trovarsi la mattina presto è inevitabile – visti i problemi di parcheggio in una delle località turistiche più belle del mondo – ma una volta punzonati sarebbe bello partire subito e non bivaccare per ore (questo Roberto solo in logica costruttiva, come sopra la gara per me è stupenda). Un ulteriore accorgimento – ma questo riguarda anche il regolamento, che secondo me sarebbe da rivedere – riguarda la "necessità" di ripescare i più lenti e/o classificarli fuori tempo limite. Come ha scritto molto bene Enzo Favoino nei commenti su fb alle foto di Renato Consilvio, i primi master sono spesso a ridosso dei tempi degli agonisti e concedere solo sessanta minuti per l´arrivo dopo di loro significa chiudere la porta a tante persone che amano il nostro sport.

Tutto ciò premesso il percorso – per fortuna, visto che un´altra grande classica delle acque libere di settembre si è trasformata da splendida traversata a un giro di due chilometri da ripetere cinque volte – non è cambiato rispetto alle edizione precedenti: si parte davanti alla spiaggia di Portovenere, si attraversa il Golfo di La Spezia fino a San Terenzo per deviare verso l´arrivo di Lerici. Come per le ultime edizioni si nuota all´interno della diga, nonostante il mare calmo.

Guido con altri master ha aiutato ad organizzare l´Iron-Byron, un sorta di prolungamento sperimentale di due chilometri della gara originaria, con ulteriore classifica non valida per il circuito FIN. In fase di punzonatura Guido mi "costringe" ad indossare il braccialetto dell´Iron, anche se ho già la certezza che non avrò la forza di farlo. Guido ha inoltre promosso un´ottima raccolta fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto della settimana precedente.

Dopo la traversata con la motonave e qualche problema con la consegna dei bagagli finalmente si parte, ma appena mi immergo nell´acqua mi scatta un improvviso e malaugurato problema intestinale, doppiamente nocivo visto che per una volta avevo preparato la gara nuotando come un folle per tutto agosto. Pazienza mi dico, cercherò di finirla ugualmente e al limite alzerò la mano verso una barca.

Al fischio di via (che viene ripetuto due volte per i problemi ad allineare trecento nuotatori a volte un po´ troppo indisciplinati...) sono come sempre defilato nella parte destra dell´allineamento, ma qui siamo davvero in troppi rispetto alle nostre partenze abituali e vengo subito asfaltato da quelli più forti. Fino alla diga cerco di nuotare più esternamente possibile (anche se qualche canoa ogni tanto mi riprende) ma il mio problema si aggrava e inoltre quasi subito vengo "fustigato" da una medusa che non riesco a vedere.

Alla diga sono costretto a compattarmi con un gruppo troppo numeroso, non riesco a stare in scia senza che qualcuno mi cominci a nuotare sui piedi, riconosco Andrea mentre vedo Manuela e Jessica una decina di metri più avanti. Riesco a prendere Manuela poco dopo la fine della diga, ma poi tutto il gruppo comincia a darci dentro, io continuo a non star bene e non riesco a tenere il loro ritmo mentre da dietro mi sorpassano un po´ da tutte le parti. Al traguardo i più forti della mia squadra sono già arrivati da tempo e questa volta mi hanno battuto anche tante delle nostre ragazze. Marco e Manuela sono riusciti ad andare a podio. Sto relativamente male e l´Iron lo farò un´altra volta.

Segue ampio buffet e lunghissima premiazione. Aspettiamo tanto ma i risultati per i master non arrivano, forse in questa gara dai grandi numeri sarebbe tempo di organizzarsi con il chip (porta pazienza Roberto, lo hai chiesto tu...).

Non so se farò Laigueglia, un po´ perché non ho i dieci chilometri nelle braccia e un po´ perché con cinque giri ho paura di perdere il conto...
Ne approfitto quindi per salutare tutti – anche Moreno cui ho spiegato che per essere citati nel mio diario bisogna gravitare intorno a me durante la gara e quindi andare molto più piano di come va lui. Come sempre è stata una fantastica stagione e come sempre voglio ringraziare chi ci ha ospitato e ci ha permesso di vivere giornate così belle a contatto col mare!
Buon inverno (sic)!


La mia prima Byron

di Paolo Orestilli

Ne sentivo parlare da anni.
Ai tempi in cui praticavo il triathlon (15 anni fa) la Coppa Byron era il punto di riferimento della stagione per Maurizio ed i master di Fidenza, con cui condividevo la dura preparazione... o almeno buona parte di essa.
Esercitava già da allora un grosso fascino, anche solo dai racconti di chi l´aveva "conquistata". Conoscendomi, sapevo che prima o poi ci sarei cascato anch´io!
E´ successo adesso, a distanza di anni, proprio in occasione della 35ma edizione.

Oggi ho 36 anni e coordino un gruppo di master a Parma (Multisport). Questa nuova realtà è stata la principale motivazione per ritornare all´agonismo in questo 2016. Prima con le gare in vasca, poi nelle acque libere. Dato che i primi esperimenti (Cavi-Sestri, Elba, S.Terenzo) sono stati positivi ho pensato che fosse l´anno buono per la sfida "Byron".

Per prepararmi sono anche tornato alle radici: la chiusura estiva della piscina di Parma mi ha ricondotto alla cara, vecchia "Guatelli" di Fidenza ed ai duri allenamenti di Maurizio (me li ricordavo bene).

Arriviamo al giorno della gara.
Mi presento con agli amici/compagni di squadra Pietro, Amelia, Annalisa e Luca – tutti alla loro prima volta.
Un po´ di ansia ed inesperienza ci hanno sicuramente fatto sprecare qualche energia nel pre-gara (cosa dobbiamo fare? quando e dove mangiamo? Dove ci si imbarca?). E l´ansia cresce durante la traversata in barca verso Porto Venere e raggiunge l´apice alla partenza. Più di 300 nuotatori, tutti insieme. Ci sono campionesse olimpiche, vecchi lupi di mare ed Over70. Tutti rivolti verso lo stesso obiettivo, distante 7,8km.

Provo a partire forte e perdo di vista i miei compagni di squadra.
Ricevo e distribuisco botte su tutti i fronti. Alla fine il nuoto di fondo è un po´ come il rugby: ci si mena ma ci si vuole bene.
Mi sembra di riuscire a seguire buone scie ma le sensazioni non sono il massimo: prima di entrare in diga arrivano le prime avvisaglie di crampi. Calma! Mi hanno detto che dietro la diga si nuota facile, come in piscina!
Una volta entrato mi rendo presto conto che il ritmo imposto e le continue botte non mi permetteranno di apprezzare le tranquille acque dietro la barriera.
Dopo qualche minuto avvisto Pietro, compagno di 1000 allenamenti. Mi piazzo dietro di lui e provo a difendere la posizione in scia. Faccio fatica e i crampi sono sempre dietro l´angolo ma tengo duro. Se sono con Pietro vuol dire che sto andando bene.

La diga è lunghissima!
Prima di uscire ci fermiamo 10 secondi per reintegrare gli zuccheri, nella speranza di recuperare qualche energia in vista dei 3 km finali.

Sapevo che il tratto subito dopo l´uscita dalla diga è il più difficile: si torna in mare aperto. Proprio in quel momento perdo la scia del mio compagno di squadra ed il nostro gruppo si divide in due. Una parte, guidata da Pietro, tiene il largo mentre i miei puntano la costa. Provo a portarmi sull´altro gruppo ma mi rendo subito conto che non ho abbastanza energie: mi sarei trovato solo e sarebbe stato peggio. Decido di tornare sui miei passi... un po´ demotivato.

Proprio in quel momento arriva il colpo di grazia. Medusa, tra spalla e collo.
Il dolore, intenso come una scossa elettrica, dura solo qualche secondo. Cerco di stare calmo, consapevole che l´unico modo di risolvere il problema e continuare a nuotare. Come dice il mio amico Bolzoni: "le meduse hanno più diritto di stare lì che te".
L´irritazione diventa presto sopportabile ma le energie sono quasi esaurite e ogni volta che provo ad usare le gambe partono crampi ovunque. Sono partito troppo forte, sicuramente troppo forte per una giornata non ottimale.

A questo punto l´obiettivo è raggiungere il traguardo limitando i danni. Perdo qualche posizione e mi accodo ad un gruppo più lento. Altri nuotatori risalgono da dietro o arrivano dai lati. Non posso dare battaglia.. devo solo stare concentrato.
La visione del gonfiabile posto sul traguardo mi regala un´iniezione di fiducia e decido di staccarmi dal gruppo. Non per fare lo sprint (non ne ho) ma per godermi in solitudine gli ultimi 200 metri della mia prima Byron!

Pietro mi aspetta dopo il traguardo. Dice che è arrivato da due minuti.
Le classifiche lo confermano: 2 minuti e una trentina di posizioni sono il prezzo della mia crisi (poteva andare peggio).
Applico il gel per le meduse sull´ustione e, dopo pochi minuti, arriva Amelia. Fantastica: sarà seconda di categoria M25. Arrivano anche Luca ed Annalisa, anche lei bravissima a concludere una gara così dura con poco allenamento ed un fastidioso problema alla spalla.

Byron ha detto: "Nello sport puoi scegliere tra il piacere della vittoria e il piacere della sconfitta".
Io credo di averli provati entrambi!
Incamminandomi, esausto e dolorante, verso il lido di Lerici pensavo che di certo non l´avrei mai più fatta.
Ma a distanza di qualche giorno sto già pensando alla prossima edizione!





Fonte: UNVS La Spezia - La Spezia www.unvsliguria.it