- Il cameraman rimase stupefatto ed a bocca aperta. Non era riuscito a prendere quel gol, e veniva pagato quasi solo per quello. E la virata che fece con la camera in mano fu così violenta che per poco lui non cadde, ma non servì ad evitare la beffa. Si era perso un gol, nell´allora serie A, qualcosa che era un patrimonio domenicale di milioni di italiani. Si era spostato come se si fosse lanciato da una liana all´altra, disperatamente, ma non era riuscito a rimediare. Rovinando un po´ la carriera di Giovannino Toschi, l´ala più piccola ma una delle più belle delle stagioni antiche del calcio italiano. Un bel figurino, che aveva ottimi numeri in progressione, che aveva amato la maglia granata come poche, che mai rimaneva impantanato nelle graticola delle difese cattive e rocciose di una volta, quelle che rendevano gli attacchi sbrendoli e che uccidevano l´attaccante ed il centravanti di turno. Figuriamoci lui, Giovannino Toschi, così minuto. Il 9 aprile del 1972 Toschi però aveva realizzato un gol importantissimo, in maniera alquanto particolare. Trevisan, il portiere si accingeva alla rimessa dal fondo ed aveva già preso la rincorsa; era il novantesimo e sarebbe arrivato il fischio a seguire. Serafini, arbitro romano, in effetti mise il fischietto alla bocca, e l´operatore Rai spostò quasi come in automatismo la telecamera verso il centro del campo. Nella realtà Trevisan ci ripensò proprio nel momento in cui andò a colpire la sfera e la offrì al limite dell´area allo stopper Zurlini, che non capì ed andò goffo sulla sfera, con Toschi che invece aveva come visto l´anteprima del film e si era infilato tra i due, segnando al 90´ una rete che portava il Torino quel 9 aprile in testa alla classifica avendo la Juventus pareggiato a Genova. Dove un altro portiere, Battara, aveva fermato i bianconeri. Toschi la mise dentro, Serafini fischiò il gol e la fine e tutti andarono a cercare quella rete. Che mai entrò però nelle cineteche italiane. Se la erano semplicemente persa.