E´ spezzina la rookie più forte della East Coast Usa

21-11-2016 11:36 -

Laura Masciullo dalla Nuova Oma alla Hofstra University di New York. "Un impatto sconvolgente. Allenamenti e lezioni, si tengono ritmi altissimi. La borsa di studio mi dà tutto: vitto, libri e attrezzature sportive. Qua conta solo vincere".

La Spezia - E´ lei la più forte giovane pallavolista dal Massachusetts alla Carolina del Sud. Solo che è nata a oltre 6 mila chilometri di distanza, in una città italiana chiamata la Spezia. Laura Masciullo è la rookie of the year della Colonial Athletic Association che raggruppa dieci università della costa est degli Stati Uniti. Delaware, Pennsylvania, Maryland, New York, le due Carolina e Virginia; decine e decine di atlete, ma la vera rivelazione è stata allevata dalla Nuova Oma Valdimagra. Quanto felice l´ingresso della diciannovenne nello sport americano lo dimostra il fatto che Laura stata inserita anche nell´All-CAA Volleyball Team, ovvero nella squadra delle migliore, dai coach delle varie università e ovviamente nella squadra delle migliori giovani.
Un impatto strepitoso per la spezzina, reduce dall´esperienza con la Igor Novara e volata negli States pochi mesi fa. "Ho preso in considerazione l´idea di giocare per un college americano solo alla fine della scorsa stagione e, consapevole dei tempi necessari per mettere in atto il tutto, non mi sarei mai aspettata di realizzare la cosa quest´anno. Chiesi qualche consiglio a uno dei miei ex allenatori che allenava e allena tutt´ora in California. Il caso ha voluto che la mia attuale allenatrice fosse in contatto con lui e alla ricerca di una banda. In nemmeno due settimane ho ricevuto la proposta dalla Hofstra University di New York".

Detta così sembra quasi facile...
"La parte piu difficile è venuta dopo. In un solo mese ho dovuto dare SAT, Toefl - i due esami di inglese necessari per studiare negli Usa - e maturità. Una follia. L´orale della maturità è stato il 9 luglio, ma ho avuto il risultato del Sat solo venti giorni dopo. Tre giorni per fare il visto, uno per comprare il biglietto aereo e uno per partire. Senza neppure rendermene conto mi sono ritrovato nel bel mezzo di una preparazione atletica oltreoceano".

Come funziona il campionato che stai disputando?
"La squadra milita in Division 1, massima categoria americana, ed è in costante crescita. Tutte le partite sono concentrate nella sola stagione autunnale. Abbiamo iniziato a giocare verso il 20 di agosto - quattro weekend di tornei: uno in casa, uno a Las vegas, uno a West Point e uno a Syracuse - ma la regular season è iniziato un mese dopo. In questi giorni a Wilmington si svolgerà il torneo finale che corrisponde ai nostri play-off. Solo la squadra vincente andrà a giocare contro le vincenti delle altre conference nei rounds finali dell´NCAA Championship".

L´impatto con la realtà americana, soprattutto nel mondo dello sport, ha spiazzato tanti europei. Come lo definiresti?
"Direi sconvolgente. Le differenze sono ovunque: mentalità, strutture, allenamenti, organizzazione. Uno degli aspetti che mi ha colpito subito era la composizione della squadra, sette nazionalità e sei lingue diverse. Ma ciò che mi ha disorientata di più all´inizio sono stati i ritmi: gli impegni giornalieri sono veramente tanti e ammetto che a volte vorrei poter aver il tempo di prendere un respiro e bermi un buon espresso. Ma è solo questione di abitudine".

Quindi come è strutturata la tua giornata tipo?
"Varia in base al periodo dell´anno. Durante il primo semestre l´attenzione è concentrata sul campionato. I pesi sono tre mattine a settimana tra una lezione e l´altra, gli allenamenti tutti i giorni nel primo pomeriggio e alcune lezioni subito dopo allenamento. Venerdi sabato e domenica vengono disputate le partite, da un minimo di una a settimana a un massimo di tre. Durante la stagione primaverile i ritmi cambiano. Dal lunedì al venerdì la seduta pesi è alle 6 di mattina, subito dopo abbiamo lezione, mentre gli allenamenti sono nel primo pomeriggio. Il fine settimana è quasi sempre libero".

Sei ospitata in college? A livello di studio che obiettivi hai invece?
"Tutte le ragazze della squadra vivono all´interno dell´università (che si trova a Hempstead, cittadina nel cuore di Long Island, ndr). La borsa di studio fornisce tutto il necessario: vitto, alloggio, attrezzature sportive, libri scolastici etc. Dal punto di vista accademico la mia idea è quella di laurearmi in economia con una sottolaurea in International Business".

L´anno scorso il tuo esordio nell´A1 italiana. Quanto è stata importante l´esperienza in Piemonte?

"L´esperienza a Novara è stata importantissima sotto diversi punti di vista. Nei due anni passati al Club Italia come palleggiatrice ho avuto poche opportunità di giocare, Novara mi ha dato la possibilità di riacquisire confidenza con il campo e per di più nel ruolo che preferisco. Inoltre nell´ambiente novarese ho avuto la possibilità di confrontarmi con alcune delle migliori giocatrici a livello nazionale e internazionale dalle quali ho imparato moltissimo. Se sono dove sono è anche grazie a Novara".

Ma è vero che gli americani sono così innamorati delle statistiche?

"Le statistiche sono il punto di partenza per ogni loro analisi. Personalmente credo che siano uno strumento utilissimo, ma in alcuni casi bisogna saper guardare oltre la semplicità dei numeri".

"Attitude", "inspiration"... Credere in quello che si fa per gli americani è un po´ la base filosofica di ogni azione. Il contrario della mentalità spezzina in pratica.
"Disciplina e carattere sono un must. Qualsiasi cosa accada smettere di crederci non è un´alternativa. Esemplare è il fatto che non ci sia differenza a livello di classifica tra chi vince 3-2 e chi 3-0. Qua l´importante è vincere".

ANDREA BONATTI


Fonte: UNVS La Spezia - La Spezia www.unvsliguria.it