Il calcio è poesia - Denguele, il sole è alto in area di rigore

23-11-2016 00:23 -

Il sole resta alto ad Abidjan e quella squadra è stesa sull´erba, il vero spogliatoio di un sogno. Eppure è una fior di squadra. L´allenatore italiano li guarda ad uno ad uno, e loro guardano la sua barba, una sfida. Il campo è quello di Denguele, è un pomeriggio lungo un giorno. Racconta Andrea, che sta facendo lo scouting: "Cerco me stesso, calciatori ed umanità, è una storia complessa, non solo di calcio e qui non potrebbe essere diverso". Poi il gruppo si divide dieci contro dieci, oltre non si può; qualcuno non è in peso forma, ma altri sono come scolpiti, un disegno di calciatore senza età. Basta iniziare e la polvere si alza, neanche portata dal vento. Molti di loro sono semplicemente agricoltori più che calciatori. Andrea osserva e trascrive nel suo cuore, non ha carta e penna in mano, usa come loro gli occhi per parlare e registrare; ma ricorda benissimo quelli che circolano nel pomeriggio. Yao Serge ha 21 anni giocatore da serie A medio alta, corre e dribbla, ma ce ne sono tanti altri. Il vento d´Africa può spingerli chissà dove, ben oltre la Costa d´Avorio. Se non sarà calcio non sempre sarà vita, questo lo sanno. Qualcuno ha scritto tempo fa che "In fondo, però, dobbiamo ammetterlo, speriamo che questo tipo di calcio non si occidentalizzi troppo e conservi quella genuinità e allegria che sinora lo ha contraddistinto". A vederli qui ragazzi capisci cosa si vuol dire. C´è un corner, il portiere non vede l´ora di intervenire in volo e planare su quella polvere, l´erba non è da area di rigore. Midou, crossa e glielo permette perfettamente. Non è una partita, è un po´ quello che avviene ogni giorno su queste strade e questi prati senza verde, è vita; il calcio, una chimera, un europeo che ti guarda, il resto lo fanno i sogni. L´alternativa del diavolo ha le braccia nervute e contadinesche di un proprietario. E´ la vita di ogni giorno, quella che ti fa alzare prestissimo la mattina e ti fa correre ad Abidjan per cercare qualcosa, sulla Laguna Ébrié, in mezzo a tanti. Poco distante c´è una famosa scuola, scuola calcio di Abidjan, dove si allenano gratuitamente bambini e ragazzi tra i 9 e i 18 anni, gestita dal centrocampista professionista Souleymane Cissé: "La cosa più importante per me non è il calcio. Lo ripeto sempre: la cosa più importante è la formazione scolastica"."Mi sono accorto che molti ragazzi delle aree più povere del paese hanno un vera passione per il calcio e allora mi sono detto: perché non metterla a frutto per portarli a scuola, visto che molti non ci vanno?". Yao continua le sue giocate .
Denguele ed il calcio non finiscono mai.

ARMANDO NAPOLETANO



Fonte: UNVS La Spezia www.unvsliguria.it