Il calcio è poesia - Ruud Krol, fiori e tulipani

08-01-2017 20:08 -

- Si narra che una sera, Stefan Kovacs, un tipo che sembrava burbero solo all´apparenza, per spiegare i movimenti difensivi e la coordinazione di questi alla sua difesa, mise attorno ad un tavolo i quattro del pacchetto arretrato di quell´Ajax, e gli chiesi, nella loro mente, di contare fino a cinque ed alzarsi. Cercando incredibilmente di farlo nello stesso momento. Suurbier, Hulshoff, Blankenburg e Krol sulle prime pensarono ad uno scherzo, poi stettero al gioco. Ma sulle prime, nulla, un´orchestra fuori giri; uno si alzava l´altro era come se fosse ancora al caffè. Poi dopo tre quattro volte, guardandosi negli occhi iniziarono a farlo assieme. Kovacs, uomo di Timisoara rise di matto, ma quando poi vide quei quattro giocare armoniosamente su quella linea difensiva se la godette. Era il calcio totale, olandese, i difensori totali, come i centrocampisti totali e gli attaccanti, totali anche loro. Era un coprire gli spazi, un avanzare armonico, era l´Olanda. Il giorno che Ruud Krol, il principe di quella difesa scelse Napoli era di giovedì e non chiese a nessuno di alzarsi con lui dalla tavola. Se ne andò, come avevano fatto altri prima. Gerrie Mühren disse semplicemente ad un giornalista vedendo quello che succedeva all´Ajax che poco a poco perdeva petali e tulipani, poche parole rimaste storiche: "Dico solo che se fossimo rimasti insieme, avremmo vinto minimo altre 5 coppe dei campioni". Krol andò al San Paolo solo nel 1980, non giocò la prima in quel torneo di A, ma fece il suo esordio ad Ascoli. Rino Marchesi non riuscì neanche a dirgli come giocare, magari sarebbe stato lui a dire che fare. Claudio Vinazzani che di quel Napoli era il condottiero, aveva il problema di chi tra i due sarebbe stato il capitano da allora in poi, visto che lo avevano avvisato che, meglio di niente, avrebbero fatto staffetta per il ruolo. Claudio in coppa, Ruud in campionato. Così si arrivò alla prima ad Ascoli, il 21 settembre del 1980. Una gara perfino iniziata bene con il vantaggio su autogol di Anzivino. Ma poi Krol cominciò a pensare come quel giorno a tavola con Kovacs e gli altri, solo che lo fece all´olandese: "Usciva dall´area gridando, ma quasi sottovoce, FIORI FIORI FIORI, e tutti non capivano cosa volesse dire. Fu un disastro". Ruud si alzava dal tavolo, gli altri si sedevano e cercavano nel giardino del Del Duca petali ed altro. Ad ogni azione o quasi gli attaccanti o i centrocampisti dell´Ascoli si infilavano e filavano verso Castellini come treni su un binario unico. Torrisi all´ 11´, Simone Boldini al 25´ ed ancora Torrisi al 39´ sempre della ripresa, in una scorribanda senza fine, capovolsero la gara a favore dei marchigiani. Ed a nulla valse il gol finale di Capone. Krol cambiò però via via quella stagione del Napoli, spiegandosi. Scoprendo che sarebbe bastata una U in più per farsi intendere e guardando in faccia i suoi compagni di reparto ad ogni azione altrui. Resta uno dei pochi difensori che è salito su un podio del pallone d´oro.
Resta l´eleganza del calcio.
Eleganza, si intende, totale anche quella.

ARMANDO NAPOLETANO




Fonte: UNVS La Spezia - La Spezia www.unvsliguria.it