Lo sport è una passione o è la passione per lo sportL´ambiente naturale condiziona l´attività sportiva

02-02-2017 10:48 -


di GS Martino Di Simo (2017)

Alcune volte mi chiedo se lo sport è una passione o è la passione per lo sport Perché mi sono fatto questa domanda? La mia riflessione è stata mossa valutando gli sportivi praticanti di alcune città con numerosi abitanti e i piccoli centri, soprattutto di collina o di montagna. Una spiegazione si potrebbe trovare nel fatto che nelle grosse metropoli vengono a mancare i contatti umani e nella non conoscenza di chi abita sullo stesso pianerottolo e questo porta alla freddezza di un verso l´altro. Mentre nei piccoli paesi è naturale la conoscenza di ogni abitante, sviluppandosi il muto soccorso, se così vogliamo definire, la disponibilità di ogni abitante verso l´altro. Qui possiamo ancora trovare quel calore umano che ha da sempre caratterizzato le nostre civiltà contadine. Un esempio che sto seguendo con molto interesse, anche per conto dell´UNVS, è quello che si sta sviluppando in provincia di Avellino, dove il calcio ha unito più paesi di una certa importanza andando a creare ben sei squadre, istituendo un vero campionato di Calcio over 40 riservato ai soci UNVS. In questo caso è stata la passione per il pallone che ha unito i vari elementi e di conseguenza la formazione di una squadra con tutto quello che essa comporta il portare avanti un campionato. Basti pensare all´organizzazione di ogni incontro dal campo, all´arbitro, alla divisa, la formazione della squadra, possono sembrare dettagli, questi portano via tempo che è sottratto, nella maggioranza dei casi, alla famiglia.
Lo sport diventa passione quando coinvolge i tifosi e in molti casi il tifo si trasforma in violenza tra le diverse compagini. Questo tipo di sport, se così lo vogliamo definire, non porta alcun beneficio al corpo umano, è solo formato di chiacchiere da bar e dei giornali che devono vendere il proprio prodotto. Troppo facile sarebbe incorrere nel tranello degli ultra e dei loro atteggiamenti, il più delle volte molto discutibili e condannabili. Purtroppo questi episodi di violenza riguardano, spesso, un unico sport.
E´ insito nell´uomo tifare o avere preferenze per un atleta o per una squadra nei vari sport, però c´è il rispetto dell´avversario specialmente negli sport individuali. Si gioisce per la vittoria del proprio atleta o della propria squadra e si riconosce la superiorità dell´avversario in caso di sconfitta. La sconfitta non deve essere motivo di rammarico, anzi il presupposto per migliorasi, sprono nel raggiungere la vittoria. E´ quasi inutile andare alla ricerca dei colpevoli, di chi fomenta, di chi soffia sempre sul fuoco dell´odio. Sono i giornali che devono farlo per vendere? Sono le tv che analizzano in modo estremo il comportamento dell´arbitro o del giocatore? Ogni "tifoso" si sente allenatore, commissario tecnico, fino ad arrivare a sentirsi proprietario di una squadra con libertà di vendere e acquistare giocatori. In pochi hanno il coraggio di parlare o di ammettere il marcio che c´è dietro con il calcio scommesse legale e illegale gestito dalle varie mafie. Ha pochi è venuto il dubbio che alcune partite siano gestite da chi mesta nel torbido.
Io abito in un piccolo paese, Mandanici (in siciliano mannanici), alle pendici dei monti Peloritani a 417 m slm, a 9 km dalla riviera Ionica. Conta, da fonti Istat 2011, 635 abitanti ma nella realtà i veri stanziali sono inferiori ai 400. Come per tutto il sud, la mancanza di lavoro, ha causato una forte emigrazione verso il ricco nord Italia o all´estero Il comune si dotò di un campo sportivo di calcio, con una struttura adibita a tribuna e d´illuminazione notturna, è stato il primo impianto sportivo nella valle ionica, con queste caratteristiche. Nel recente passato erano i giovani del paese che formavano la squadra di calcio poi, lo spopolamento del paese dei giovani, aveva messo in crisi la possibilità di fare una squadra e il calcio mandanicise si era fermato. Grazie a un forte interessamento di un locale abitante, Mario Carpo e suo figlio Giuseppe, la squadra si è riformata, chiaramente con innesti di giovani calciatori dei paesi viciniori. Mario mi scrive che "il Mandanici nella versione moderna nasce nella primavera del 1976, con l´apertura ufficiale del Campo di Calcio attuale. Prima il Campo sportivo era "costruito" dagli appassionati con immense fatiche da parte degli appassionati. Prima degli anni settanta, mai il Mandanici partecipò a campionati. Il 1977.78 disputa il Campionato di Terza Categoria della FIGC, i risultati non sono soddisfacenti ma la grande passione e la volontà vedono il Mandanici partecipare ininterrottamente fino al 1994, anno della ristrutturazione del campo Sportivo. Da citare i campionati 1984/85 e 1985/86 con un terzo e quarto posto in Terza Categoria. Talvolta per scarsità di fondi il Mandanici (come quest´anno) partecipa ai Campionati UISP. Si sfiora una promozione nell´anno 2001.02. Il risultato più importante, inimmaginabile per Mandanici è quello della promozione in seconda categoria nell´anno 2014/15 e dopo la cavalcata vittoriosa, la partecipazione nel 2015/16 nel Campionato di seconda Categoria. Quest´anno Campionato UISP con certi meriti".
Nel territorio di Mandanici sono presenti molti km di strade sterrate di diverse proprietà pubblica e questo ha favorito un altro sport quello dei fuoristrada. Ora si entra in un altro capitolo dello sport in cui il territorio favorisce certi tipi di attività sportiva. I campioni degli sport invernali generalmente sono nati in paesi, dove abbonda la nave, come per gli sport acquatici sono favoriti gli abitanti vicino al mare. Tomba fu un´eccezione che conferma la regola. Ritornando al mio paese e alle strade sterrate, queste hanno dato la possibilità ad alcuni giovani, di partecipare a gare nell´ambito dei fuoristrada. In tutte le gare motoristiche c´è un alto tasso di rischiosità credo, che nel fuoristrada questo è più alto dovuto alla precarietà dell´aderenza della vettura alla terra, dei solchi creati dai precedenti piloti e dalla vicinanza di alberi e burroni. Il pilota e il navigatore devono essere forniti di una certa incoscienza e incuria del rischio. Hanno provato l´ebbrezza della velocità prima in gare regionali, poi nazionali e internazionali, Tino Scuderi, andando a correre nella Republica Domenicana e Domenico (Mimmo) Arizzi, con diverse marche di fuoristrada. Una storia a se è la famiglia di Triolo Agostino. Ho preferito che fosse lui stesso a raccontarci le sue avventure motoristiche culminate con la nascita della Triolo Racing Team.
Infatti, Triolo Agostino, "ha inizio a correre nel lontano 1987 con i fuoristrada, nel 1989 in coppia con Franco Rigano arrivando 10* assoluti e 1* di classe nel campionato italiano fuoristrada con la Suzuki Santana volumex. Negli anni 90,91,92 disputò il campionato italiano nel Trofeo Peugeot sponsorizzato dal Trofeo Videomusic, 2a zona e al Campionato Forze di Polizia con Peugeot 1300 rally. Ora segue suo figlio Santo che ha iniziato con i kart dall´età di 13 anni, per passare ai rally dall´età di 18 anni, partecipando a svariate gare tra cui Rally Taormina, Rally Letoianni, Rally del Tindari, Rally Tirreno, Rally gioiosa, Ronde Peloritani, Ronde Nebrodi, e pista arrivando sempre al traguardo con ottimi risultati. I Rally sono stati disputati con diverse vetture tra cui Renault Clio rs. Gr. A, Peugeot rally e Fiat 600 gr A". Anche su figlia ha iniziato a correre come navigatrice.

In questa specialità in molte gare lotta per l´assoluto l´altro mandanicese, architetto Giuseppe (Peppe) Maria La Torre, navigato dal socio di studio e compaesano, Geometra Agatino (Tino) Cafeo guidando una Fiat Punto S2000, Peugeot 207 S2000 preparata da Mario D´Ambra di Chieri (TO) e vari preparatori Siciliani per la Peugeot.
Un titolo importante è stato portato in paese dal non più giovane Natalino Mirabile, imprenditore locale di un agriturismo, andando a vincere il Campionato Regionale CSAI, riservato alle auto storiche, con la sua Fiat Ritmo 130 preparata dal mandanicese, Giuseppe Piccolo e seguita in gara dal Triolo Racing Team. "Ho iniziato a correre nel 1990 con una Peugeot 205 Rally gruppo N, vettura con la quale ho disputato almeno due Rally e un paio di cronoscalate. Verso la fine dello stesso anno e fino alla metà 1991 ho cambiato vettura utilizzando una Renault 5 gt turbo sempre in gruppo N, auto con la quale ho iniziato a ottenere i primi piazzamenti sia in salita sia nei Rally. Dopo una brevissima parentesi con una Peugeot 309 16v sono poi definitivamente passato a una Peugeot 205 gti 1.6 gruppo N. Con questa vettura nel 1992 ho in concreto sempre vinto la classe in tutti i Rally qui in Sicilia ai quali ho partecipato, tranne che in due casi nel 1993 dove a causa di noie meccaniche sono stato costretto al ritiro.
Nel 1994 e nel 1995 ho continuato cimentandomi con il Kart in classe 125 2t categoria "amatori" ma senza competere in gare ufficiali. Ho anche avuto un primo approccio con le auto storiche facendo qualche gara club con una Triumph Tr6 2500. Nel 1996, 1997, 1998 alla guida di una Porsche 911 sc 3000cc. ho partecipato al Campionato indetto dal Porsche Club Sicilia vincendolo nel 1998. Dopo una lunga parentesi, nel 2012 mi sono ricimentato con il Kart categoria 200cc. 4t, limitandomi all´allenamento e non alla competizione. Nel 2015 sono tornato ai Rally, questa volta storici, a bordo di una Fiat Ritmo Abarth 130 gruppo N. Questo primo anno è servito a preparare il mezzo e a riprendere confidenza con la guida sportiva e affiatamento con i copiloti che mi hanno affiancato. Nel 2016 dopo una prima gara non titolata, ho partecipato al Trofeo Rally Sicilia Auto Storiche articolato su sette gare vincendolo. Durante il Trofeo siamo riusciti a tagliare sempre il traguardo, vincere sempre la classe e collezionare tre primi posti assoluti. Faceva parte del Trofeo anche la 100° edizione della storica Targa Florio".

E restando tutto in famiglia paesana, i suoi navigatori sono stati Giuseppe Crimi e in seguito Alberto Sturiale. Crimi, grande appassionato di Rally e conoscitore di questo mondo, ha iniziato a navigare prima con Mirabile e dopo è passato a navigare il pilota messinese di Patti, Mattia Cannarella su Citroen Saxo VTS, andando a vincere il Campionato Regionale Csai per navigatori auto storiche. Per un piccolo paese come il nostro, avere due campioni regionali sono un bel successo, stando dimostrando come questo sport sia sentito. Quando lo sport è passione, non si sentono i sacrifici per le ore rubate al sonno, di notti passate a prendere e correggere le note, inebriati dal profumo di benzina, oli e freni caldi. Quelle forti pulsazioni nel cuore davanti al semaforo che scandisce i secondi della partenza di una prova speciale, in attesa del verde per il via, che ti fa pensare un attimo: ma chi te lo fa fare? Si accende la luce verde è un susseguirsi di note scandite al pilota, di una reciproca fiducia, un occhio alla strada e l´altro al libro delle note, un orecchio per capire il minimo rumore del motore..... e non si pensa più a nulla fino al prossimo rally.
La strada di collina che dal mare raggiunge Mandanici per le sue caratteristiche di falsopiano con alcuni strappi e curve impegnative, è sede di allenamento del Campione Italiano di ciclismo, Vincenzo Nibali, nato a Messina e spesso nei primi mesi di preparazione non è difficile incontrarlo mentre pedala per raggiungere il nostro centro abitato. Mentre per gli appassionati di ciclocross e motocross hanno a disposizione le strade sterrate della forestale che collegano i vari punti più alti degli Appennini Peloritani da dove si possono avere vedute sull´Etna, Mare Jonio e Mar Tirreno.
In questi giorni trascorsi nella Republica Domenicana, ho osservato che lo sport è condizionato dai luoghi di nascita e mentre in Italia il gioco predominante è il calcio, qui i ragazzi hanno, nel loro zaino di scuola, la mazza da baseball, sport nazionale.
Il mio pezzo era pronto per essere spedito, quando quasi per un puro caso della vita ho avuto l´occasione di visitare un centro sportivo vicino alla città di Santiago (RD). Come da noi c´è la scuola calcio, nella Republica Domenicana una ventina di bambini maschi e femmine erano seguiti da un basebal coaches della Federaciòn Domenicana de Béisbol e avviati alla pratica di questo sport. Questo campo confinava con l´altro dove giovani più grandi si allenavano, eventualmente, per un ingresso nella squadra della città i cui tifosi si distinguono per una piccola bandierina posta sull´auto.