Il calcio è poesia - 2-5-3

07-01-2018 15:15 -

- E´ l´unico schema che non potrai mai cambiare, è l´unico portiere che ama fare gol. A centrocampo hai una diga che difficilmente fa passare palloni, e terzini che segnano che neanche Facchetti e Maldera o gli olandesi ci riuscivano così. Dicono, scherzando (ma non troppo) in tanti, che alcuni di quegli omini avrebbero voluto fare i ballerini o giocare a basket, ma li hanno condannati, inchiodati per sempre, a giocare al calcio. Dicono anche che sia un gioco così conteso che perfino le sue origini ed il suo brevetto furono una battaglia tra italiani, francesi, tedeschi e perfino svizzeri. Raccontano anche che quegli omini altro non siano che giocatori super allenati, che hanno giocato di seguito partite su partite spesso senza rifiatare, ma che appartengano al costume della società di ieri, dei ragazzi di ieri ma anche un pò a quelli di oggi. Perché riescono ad affascinare perfino coloro che vivono e dormono guardando un iphone. I nostri padri ci hanno ereditato questa storia come i colori della squadra del cuore, ed alla fede dei padri non si comanda. I tre attaccanti giocano insieme da secoli, nessuno li ha mai variati, mentre il portiere, ha quel qualcosa in più che oggi lo renderebbe ricco di ingaggio e di fama, fosse giocatore su due piedi. Se il fascino del calcio, quello vero, è tutto nella sua ambiguità esistenziale suscitata nel relativo dominio e autorevolezza che i piedi, pur calzati adeguatamente, hanno sulla così detta sfera di cuoio (o perlomeno così raccontava Vladimiro Caminiti), si può dire che il calcio da biliardino viva del fascino e del dominio che le mani , gli occhi ed i polsi riescono ad avere su stecche che attraverso quegli omini di cui parlavamo, hanno sul quella sfera più piccola. Se il calcio è un gioco di squadra ed un´orchestra al lavoro, il biliardino è un gioco a due, di intuizioni, di colpi, di sponde, di genialità e di rapidità. Se ne sono vantati francesi, spagnoli, tedeschi, inglesi, perfino italiani, con un signore di Alessandria che coinvolse perfino anticamente i carcerati per costruire quei tavoli da gioco. Non c´è uomo e forse donna che non abbia almeno una volta giocato a biliardino, non c´è ragazzino che non abbia chiesto in regalo anche una miniatura.
Non c´è tempo che cancelli questo bellissimo alter ego del calcio, da vivere con una velocità ben superiore di quella che un´ala disperata in contropiede possa esprimere su un campo più grande. Diventato calcio balilla negli anni ´30-´40 ha poi assunto una veste più formale nei decenni. Chi non ha mai giocato di sponda spostando una palla dai terzini, fatta filtrare attraverso i cinque del centrocampo, passato da destra a sinistra al centrattacco, che con una sorta di gancio ipnotizzava un portiere troppo in difficoltà negli spostamenti laterali? Dicono in Germania serviva soprattutto per permettere a coloro che andavano ad assistere alle partite di calcio, di andare al bar e, giocando, di dimenticare le sconfitte e le amarezze. Di certo ha allietato gioventù e passione di tanti nel mondo.

ARMANDO NAPOLETANO




Fonte: www.unvsliguria.it