Sauro Tomà è in formazione (ultimo in piedi da sx)
La foto a colori, degli anni ´80 (foto 1) rappresenta un gruppo di grandi giocatori e sportivi, tutti spezzini, tra cui:
da sx.
Ing. Locori (giubbino di renna e cravatta), storico dello Spezia Calcio e grande tifoso della squadra,
Orlando Lorenzelli (cappello in mano), padre dello Sport spezzino, Maestro e Pioniere dello Sport, allenatore di calcio, pugilato e altre discipline, maestro di boxe dei VVF della Spezia negli anni´40, fondatore , nel 1972 della Sezione UNVS (SP),
Gino Rossetti (cravatta rossa), giocatore del Torino, seconda metà anni ´20, componente del
"Trio delle Meraviglie" (Baloncieri, Libonatti, Rossetti, vincitorei di 2 scudetti, primo del Torino Calcio, di cui uno revocato),
Sauro Tomà (accanto a lui con giacca scura) giocatore del
Grande Torino, vincitore di 2 scudetti,
Paolino Rostagno (giacca marrone) giocatore dei "Mitici" VVF della Spezia del 1944 (fondatore, assieme a Lorenzelli della Sezione UNVS della Spezia)
Nel 2014, in occasione delle
Celebrazioni del 70° dalla conquista dello Scudetto di Guerra da parte della squadra dei VVF (quadrangolare calcistico presso lo Stadio Picco della Spezia con la partecipazione di:
Vecchie Glorie del Torino,
Vecchie Glorie dello Spezia Calcio,
Rappresentativa dei VVF e
Rappresentativa Nazionale dell´UNVS)
A seguito di premiazioni dei partecipanti,
Piero Lorenzelli, Delegato UNVS Liguria, consegna al rappresentante del Torino Calcio,
pergamena per Sauro Tomà (Foto 3).
Nel 1947, prima del trasfeimento al Torino, Sauro Tomà gioca da titolare nella suqadra dello Spezia Calcio (foto 4, in piedi è il 4° da sx)
In quella formazione militano ancora alcuni dei
Mitici : Eraldo Borrini (1° da sx. in piedi)
Giovanni "Gioanin" Costa (5° da sx. in piedi),
Paolino Rostagno (6° da sx. in piedi)
il Grande Ottavio Barbieri, Allenatore dei Mitici, tra gli accosciati:
Carlo Scarpato (3° da sx.),
Carmelo Amenta (4° da sx)
A cura di PIERO LORENZELLI Addio a Sauro Tomà, l´ultimo del Grande TorinoNato a Rebocco 92 anni fa, giovane talento dello Spezia che lo vendette al Grande Torino. Un infortunio lo tenne lontano dalla tragica trasferta di Lisbona in cui persero la vita tutti i suoi compagni. Per guarire quel ginocchio malato ci vollero le sabbiatura di Monterosso. Per guarire la ferita dell´animo non è bastata tutta la sua lunga vita. Una vita che Sauro Tomà ha abbandonato questo pomeriggio a 92 anni, da spezzino per sempre legato al Torino e alla città della Mole. Il terzino mancino scampato alla tragedia di Superga che un´articolazione dolorante aveva tenuto lontano dalla trasferta di Lisbona e dal volo di ritorno che si schiantò sulla Basilica di Superga il 4 maggio del 1949. L´ultimo testimone e custode di quel gruppo di ragazzi che incantava il mondo sul rettangolo verde.
Era nato alla Spezia il 4 dicembre del 1925, originario del quartiere di Rebocco a pochi chilometri dallo stadio "Alberto Picco". Cresciuto nello Spezia, chiamato per un provino da Sergio Persia, fratello di Wando Persia che in quegli anni era capitano dei bianchi e lo sarebbe stato anche all´Arena di Milano durante il Campionato di Guerra ´43-44,
quando la squadra dei VVF della Spezia sconfisse il Torino di Vittorio Pozzo. Voleva fare il portiere e invece finì a fare le mezzala, in prestito al Rapallo Ruentes e poi all´Entella di Chiavari per farsi le ossa. Giocò poi un anno con la maglia della sua città nel campionato di serie B 1946/47 con Ottavio Barbieri in panchina e tanti altri indimenticabili: Costa, Rostagno, Scarpato, Amenta, Fiumi e Tori tra gli altri.
A fine stagione il Torino offrì cinque calciatori allo Spezia per averlo: Enzo Fabbri, Cesare Nay, Daniele Borsato, Giuseppe Cavagnero e Tullio Maestri. L´affare si fece, Tomà passò in granata e si traferì in quella che sarebbe stata la sua città per il resto della sua vita. Diventò un giocatore importante anche con i campioni d´Italia con cui avrebbe vinto due scudetti di seguito. Dopo la fine tragica del Grande Torino tornò alla Spezia per qualche tempo per curarsi. Giocò anche con Brescia e Bari, con cui vinse un campionato di serie C.
A fine carriera continuò a vivere a Torino abitando non distante dallo stadio "Filadelfia" e svolgendo l´attività di commerciante. "Potevo tornare a vivere alla Spezia, ma non me la sarei sentita di lasciare i miei compagni", confessò in un´intervista pochi anni fa. Nel 1998 le sue memorie furono affidate al libro "Me grand Turin". Nel 2012 la Città di Torino gli attribuì il sigillo civico.
Andrea Bonatti
CITTADELLASPEZIA.COM