PONTREMOLICLASSE, STILE, SIGNORILITA´. IN UNA PAROLA: CLAUDIA GIORDANI

30-07-2018 22:42 -

Le immagini iniziano a scorrere e sono in bianco e nero, un po´ sgranate e in un formato più piccolo. Il commento sonoro confuso e a tratti poco percettibile. Ma il disegno sugli sci che l´atleta traccia tra i pali della finale olimpica di Innsbruck 1976 è preciso, chiaro, indelebile nella memoria di quanti se lo ricordano e vale la medaglia d´argento.
E´ cominciata così la giornata pontremolese di Claudia Giordani, ospite d´onore all´evento organizzato dalla Sezione U.N.V.S. di Pontremoli "Renato e Quinto Mascagna" e dal Panathlon Club Pontremoli Lunigiana per il 55mo Premio Bancarella Sport. Uno slalom anche tra gli scrosci di pioggia che ad intermittenza hanno caratterizzato la mattinata, ma non hanno scoraggiato il numeroso pubblico intervenuto per la ghiotta occasione nella splendida storica cornice del cortile del Palazzo Dosi Magnavacca.
Ad accogliere la campionessa di sport invernali, il sindaco Lucia Baracchini,
il presidente della Fondazione Città de Libro Gianni Tarantola, il presidente nazionale dell´UNVS Alberto Scotti assieme al presidente della sezione pontremolese Pietro Mascagna e i presidenti dei Panathlon Club di Lucca e Pontremoli Lunigiana Arturo Guidi e Aldo Angelini. Presenti anche il presidente emerito dell´ UNVS Gianpaolo Bertoni e il segretario nazionale Ettore Biagini.
Poi è iniziato il racconto di Claudia sul tema "Lo sport delle donne", argomento quanto mai intrigante e attuale: accompagnato da immagini d´epoca, ha ripercorso la storia al femminile dello sport moderno dal caso di Kathrine Switzer, la fondista che nel 1967 "osò" correre la maratona di Boston, vietata alle donne, alla messicana Norma Enriqueta Basilio che fu la prima donna ad accendere il braciere olimpico. Con uno sguardo anche alla storia antica, la Giordani tra le antesignane sportive ha ricordato Elisabeth Robinson che trionfò nei 100 metri alle Olimpiadi di Amsterdam nel 1928, poi Ondina Valla, la prima italiana a vincere un oro olimpico negli 80 metri ad ostacoli alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Una esposizione agile, capace di tenere l´uditorio al proprio posto, nonostante il peggiorare del tempo. Poi Claudia Giordani ha ripercorso le sue avventure sportive: figlia del noto telecronista della Rai Aldo Giordani e della cestista Francesca Cipriani, romana di nascita, milanese da sempre, cominciò a sciare quasi per caso, complice una vacanza in montagna al Sestriere a scopo terapeutico e nonostante lo scetticismo paterno. Da cosa nasce cosa e, giovanissima, fu notata dai dirigenti dello sci di allora e inserita nella "valanga azzurra" (quella di certi Thoeni, Gros e co.) più per scommessa che per convinzione. Con mezzi tecnici maschili (scarponi, sci, abbigliamento da adattare di volta in volta al femminile) Claudia e le poche compagne che poi dettero vita alla "valanga rosa", senza preparatori atletici ad personam, senza protocolli alimentari, condividevano i raduni e i frequenti scetticismi dei più quotati campioni maschili. La classe, si sa, non è acqua e la Giordani salì per la prima volta a 17 anni sul podio della Coppa del mondo dello slalom gigante in Giappone, ma la sua carriera culminò con la medaglia d´argento ai giochi olimpici invernali di Innsbruck 1976. Ai campionati italiani ha vinto 17 medaglie.
Claudia Giordani ha poi passato la giornata a Pontremoli gustando le prelibatezze gastronomiche e le unicità del luogo, in primis il Museo delle Statue Stele ed ha presenziato, ospite d´onore, alla proclamazione del Premio Bancarella Sport assegnato, quest´anno, a Loris Capirossi. A termine serata, ci ha salutato con la promessa di tornare per una sciata nel comprensorio Zum Zeri. Ha lasciato il ricordo di una persona semplice e profonda al tempo stesso, di uno stile e una classe intramontabili che l´accompagnano anche fuori dalle piste.

Giuseppe Orioli



Fonte: Sezione di Pontremoli www.unvstoscana.it