La finalese Alice e il kettlebell

25-01-2019 18:09 -

La sezione Only Kettlebell della Polisportiva del Finale e tutta la Polisportiva in genere, sì pregiano di annoverare, tra le proprie atlete donne, una vera grande Campionessa, anzi una Campionessa del Mondo.
Si descrive così Alice Colella, ragazza dinamica e gioviale che si è da subito resa disponibile a raccontarsi a tutti noi così com’è, una ragazza coraggiosa, semplice e diretta con una grande passione per lo sport che l’ha fatta crescere come atleta e come donna. Durante la festa dello sportivo dell’anno di Finale Ligure è premiata “per un anno con risultati a dir poco straordinari che l’hanno consacrata nel panorama mondiale e l’hanno vista conquistare il titolo di Campionessa Europea di Biathlon 75 Kg Categoria Elite, Campionessa del Mondo Biathlon 75 Kg Categoria Elite”.
“Classe 1989, mi sono approcciata allo sport da piccolissima con la danza classica e il balletto. Andando avanti con l’età ha iniziato ad emergere il mio lato da “maschiaccio” quando nelle scuole medie facevo parte della squadra femminile di calcetto che poi alle superiori mi ha portato ad allenarmi con le più grandi del calcio a 11 e successivamente inserirmi in squadra.
Finito il liceo scientifico, decido di iniziare il mio percorso nelle lingue orientali all’università di Torino, studiando Giapponese e nello stesso anno inizio ad appassionarmi al mondo del fitness iscrivendomi in una palestra tradizionale dove frequentavo corsi di fitness musicale e un po’ di sala pesi. Decido parallelamente all’università di approfondire il discorso del fitness iscrivendomi ad un corso da istruttore di fitness musicale, prendo il diploma e inizio la gavetta nella palestra dove mi allenavo. Diventa il mio lavoro, continuo a specializzarmi nel settore fitness, one to one, riabilitativo e posturale e soprattutto funzionale. Mi innamoro del CrossFit e inizio ad allenarmi sul serio con bilanciere e sovraccarichi tra cui anche le kettlebell.
L’incontro con il mondo agonistico del Kettlebell Lifting arriva per caso, non lo conoscevo e non era mia intenzione praticarlo, non mi appassionava però decido comunque di partecipare ad un workshop sulla pratica del Kettlebell Lifting lì in palestra, così, perché è giusto sapere un po di tutto. Mi invitano a partecipare ad una gara organizzata a Recco e io accetto, un po per gioco: era luglio 2014 e a Recco per la prima volta salgo in pedana. Strappo, girya da 12kg, 142 ripetizioni: penso di non aver mai avuto cosi tanta adrenalina in circolo per il mio corpo. Mi piace e voglio fare sul serio così inizio ad allenarmi seriamente con le girye, senza però escludere il mio amato bilanciere.
Il 2015 è l’anno dello stop, prima per un infortunio al braccio poi per la sindrome di Guillan Barret, diagnosticata nell’estate e che fortunatamente non lascia strascichi, andando via veloce come è arrivata. L’anno successivo torno in pedana e ottengo il Master Sport e la qualificazione ai mondiali di Torino: per un soffio non faccio podio.
Il 2017 è l’anno in cui entro a far parte della Only Kettlebell, sezione della Polisportiva del Finale guidata da Christian Borghello ed inizio con Christian ad affrontare le doppie kettlebell: in quell’anno nel mondo del ghirisport anche le donne possono gareggiare con due attrezzi e prendo la palla al balzo iniziando con lo slancio completo 2x16 kg agli italiani a Terni, provo le 2x20kg in Slovenia, sono la prima donna italiana a gareggiare con una girya da 32kg ai Kettlebell Games a Finale ma è in Ucraina che provo il biathlon: slancio e strappo. Colpo di fulmine: ai mondiali in Grecia arrivo seconda ma le sedici non mi bastano. Io punto alle 24.
Il 2018 è l’anno delle soddisfazioni, gareggio sempre nella categoria elite ma con due ghirie da 20kg: i miei numeri nel biathlon mi portano a vincere il mondiale a Vanzaghello e l’europeo a Porto ma come ciliegina sulla torta ho la possibilità di salire in pedana nell’ultima gara dell’anno con le 24, the green monsters.
Nell’estate ho scoperto una disciplina che è diventata un’altra mia passione: grazie a Samuele Venitti, anche lui membro della Only Kettlebell, mi sono buttata nella mia prima gara strongman partecipando come woman rookie ad una gara al lido di Meina, Arona, e in seguito ad una tappa del campionato a Milano, gara che per Samuele ha stabilito la qualifica per la finale di campionato a Vicipisano. Quindi ho inserito nel mio planning di allenamento settimanale anche un allenamento stile strongman, (foto in bianco e nero), innanzitutto perché mi diverte e poi perché variare negli input e negli stimoli è molto allenante in termini di forza e resistenza anche con le ghirie.
Quest’anno tentiamo il colpo, Christian Borghello in tutto ciò è sempre stato fondamentale: avere come allenatore una persona che ti capisce in tutto e per tutto non è cosa da poco né è tanto meno scontato avere attorno persone che credono in te e nelle tue capacità quando tu per prima non riesci a farlo e non riesci a vedere dove puoi arrivare e cosa sei in grado di fare.
Nel mondiale in Irlanda ci sarà la possibilità per tutte di salire in pedana con le 24 nella specialità del long cycle in una categoria unica dove premierà il coefficiente di peso: la possibilità c’è e io la voglio prendere al volo, non voglio perdermela. Quindi per il mio mondiale voglio un bel numero per lo slancio completo e un bel risultato nel biathlon: il livello delle donne nel mondo si sta alzando e io sono emozionata e nello stesso tempo mi ritengo fortunata ad essere nel pieno di questa onda, siamo forti e lo stiamo dimostrando con un eleganza e una raffinatezza mai vista, con numeri veri e tecnica sopraffina.
È questo che amo di questo sport, il fatto di salire in pedana ed essere lì per te stessa, per premiare quello che hai in allenamento e per il duro lavoro che c’è alle spalle. La paura di fallire è tanta, fallire per te, fallire per le persone che sono lì a guardarti ma ho imparato nelle poche gare che ho fatto che il fallimento fa parte della crescita dell’atleta, devi intelligentemente lasciare che faccia il suo percorso e imparare a convivere:
Fare il risultato in pedana non è come fare il risultato in cameretta. Ma fortunatamente le pedane sono tutte uguali, Italia, Irlanda, Zagabria, la pedana è sempre la stessa: sei tu che puoi fare la differenza, devi salire in pedana e dare tutto quello che hai quel giorno. La sensazione più brutta che si possa provare è di scendere dalla pedana consapevoli di non aver fatto abbastanza: la rep in più o in meno è umana, non tutti i giorni è domenica d’altronde. Poi dopo la gara c’è sempre la pizza, dobbiamo pur meritarcela no?”

MARCO CALLAI


Fonte: UNVS Savona Savona www.unvsliguria.it