Vincere il confronto con sé stessi… questo è il successo.

09-06-2020 17:40 -


Esistono dei mondi sportivi che richiedono una concentrazione alquanto elevata per poter raggiungere i risultati previsti? Sì, tutti!

È impossibile immaginare, infatti, la realizzazione dei sogni di ognuno senza una particolare attenzione rivolta ad ogni piccolo aspetto che possa permettere di guadagnare la propria meta.

La nostra moderna società concede infinite scuse alle molteplici scorciatoie che chiunque potrebbe utilizzare per il raggiungimento dei propri fini; ad esempio non ritiene importante studiare purché tu sia una bella ragazza, molto vistosa (e anche un po’ "ignorante", … che non guasta mai ...), per ottenere il successo, più o meno duraturo.

Ma nel campo sportivo tali successi, anche dopandosi (ricordiamo che il termine corretto è drogarsi, che è illegale e che può condurre anche alla morte, ma non per questo è una scorciatoia così rapida verso la gloria), non arrivano mai in poco tempo, perché il sacrificio mentale è sicuramente importante.

Noi siamo quello che facciamo, potremmo dire parafrasando un altro detto alquanto veritiero. Se facciamo poco otterremo poco e se facciamo tanto… non è detto che otterremo tanto: già, questo è il problema.

Non è sufficiente fare, ma è molto più importante fare bene e pensare meglio: questo può essere il segreto del successo individuale che non sempre deve essere ravvisato dagli altri ma che è indispensabile riconoscere almeno a sé stessi. E tutto questo parte dalla nostra testa. Il primo passaggio è rendersi realmente conto della situazione oggettiva in cui ci si trova quando ci si appresta a “partire” per un progetto di natura fisico-sportiva.

L’analisi delle condizioni di partenza deve essere accuratamente registrata e ben catalogata. Sarà infatti uno degli strumenti di importanza sostanziale nel prosieguo dei lavori.

È difficile accorgersi dei progressi se non si lasciano dietro di sé le tracce del proprio percorso. Altrimenti, è come correre moltissimo su un tapis roulant: sembra di aver fatto molto ma se non si legge il display e ci guardiamo intorno vedremo sempre le stesse mura e potremmo immaginare di non aver fatto nulla, visto che non ci siamo mossi mai da lì.

Questo è ovviamente un paradosso: fare alcuni chilometri senza andare da nessuna parte… è solo una finzione “faticosa”, ma non considerare i parametri di partenza diventa un percorso senza capo né coda.

Gli obiettivi potrebbero essere diversi (dimagrire, correre di più, più a lungo o più veloce, ecc.) ma è necessario stabilire alcuni piani su cui porre le basi della nostra attenzione.

Il primo è quello della valutazione delle condizioni fisiche del primo giorno: peso, capacità di correre senza fermarsi, riuscire a toccarsi le punte dei piedi a gambe tese con le mani, ecc. .

A seconda degli obiettivi, esisterà sempre una situazione di partenza da verificare in seguito. È importante selezionarla e trascriverla nella propria agenda sportiva.
Sarà il miglioramento di tale o tali parametri a instillare fiducia nel percorso intrapreso o a suggerire di modificare le proprie strategie.

La testa registra normalmente sensazioni che talvolta sono mendaci se non raffrontati con il duro “giudice” dei misuratori tangibili: cronometro, centimetro, peso (proprio o degli oggetti sollevati). Questi non mentono mai e sono ausili indispensabili per la valorizzazione dei progressi.

Il secondo aspetto è bello e inquietante al tempo stesso. La testa è uno stimolo forte. Immaginate adesso di sollevare una confezione di 6 bottiglie da un litro e mezzo sopra la vostra testa; fatto?
Ecco, un sollevatore di pesi di alto livello è in grado di sollevare sopra la sua testa un peso che corrisponde a circa 28 confezioni contemporaneamente!!! Non sembra vero ma è così.

Un saltatore in alto di buon livello sarebbe in grado di saltare tranquillamente sopra lo stipite della vostra porta di ingresso e un buon tiratore con la carabina a 50 metri è in grado di colpire tranquillamente una moneta da 20 centesimi!!

Sembra difficile e lo è, ma la prima difficoltà è pensare di poterlo fare e dopo è provarci.

Non tutto è possibile e molte cose sono impossibili, non credete alle illusioni della pubblicità, ma programmate con la vostra testa la possibilità di farcela, o di provarci fino in fondo per farcela.

Il vero motto di De Coubertin, troncato per motivi ideologici di un’epoca particolare della nostra storia recente, in realtà recitava “l’importante non è vincere ma partecipare per poter vincere” e trasuda… da queste parole la necessità di applicarsi al massimo per ottenere il miglior risultato possibile e solo in questo caso se ne uscirà vincitori in ogni caso.

Succede che la società non riconosca la fatica svolta per conseguire un risultato, seppure minimo, raggiunto da ognuno di noi. Ma se avremo percorso attentamente il tragitto che ci eravamo prefissati e le tappe trascritte attesteranno i nostri miglioramenti, la nostra testa saprà aiutarci a progredire ulteriormente.

Già, dimenticavo però, di dire che se tutto questo è vero per l’aspetto fisico e gli eventuali risultati estetici, anche per quel che riguarda lo studio di un qualsiasi argomento e il miglioramento del nostro comportamento nella società questa non è l’unica strada, ma sicuramente una delle migliori.

E lo Sport, in questo caso, potrebbe essere realmente maestro di vita.




Fonte: Il Delegato UNVS Romagna www.unvsromagna.it