LA REALTA' DELLA REALTA'

11-06-2020 10:52 -

L’avvento della globalizzazione e l’introduzione dei computers, hanno cambiato completamente il nostro mondo. Il mutamento più vistoso e radicale, però, riguarda soprattutto il senso del reale. Esso è stato completamente stravolto dall'intervento dei calcolatori elettronici, che hanno dato vita ad una realtà della realtà. Mi spiego meglio.

Noi non ci rappresentiamo il mondo come tale, ma ci costruiamo una rappresentazione dello stesso.

Viviamo la realtà che sta là fuori, con tutti i nostri sensi. Ma non la introiettiamo come tale. Prima di farlo, la giudichiamo, la deformiamo (deformarla significa escluderne alcuni gli aspetti), la interpretiamo secondo le nostre convinzioni e secondo i nostri valori.

Solo dopo la portiamo dentro di noi. La introiettiamo modificata. Quindi, quella che alberga nella nostra mente, alla fine di tutti questi processi, non è la realtà vera. È solo una rappresentazione modificata della stessa.

È pertanto una realtà virtuale, che non esiste come tale nel mondo che ci circonda. Ma esiste solo nella nostra mente. La implicazione più intrigante di tutte è che noi reagiamo attingendo a questa realtà interiore, non a quella là fuori. Agiamo in base alla realtà interna, con cui prendiamo ogni tipo di decisione. Più la realtà virtuale che alberga dentro di noi è aderente a quella esterna, più sapremo interpretare nella maniera migliore la nostra esistenza. Ovvero, vivremo una vita piena e ricca di soddisfazioni, quella che rappresenta solitamente uno stato di salute mentale.

Viceversa, più pensiamo che la realtà vera sia solo e soltanto quella che abbiamo in mente, è più vivremo una vita alienata rispetto a quanto accade nel mondo (quella che normalmente viene definita come un grado più o meno avanzato di follia).

Un principio interessante che descrive bene tutto ciò, è il seguente: la mappa non è il territorio. La mappa di Ravenna, non è Ravenna, ma solo una rappresentazione della splendida città, vanto della nostra bella Italia.

Alla stessa maniera, noi ci facciamo una certa rappresentazione della realtà, che non è la realtà.

Tutta questa premessa serve a comprendere come la situazione odierna sia vistosamente modificata. Il mondo dei computer, dei telefonini, e di ogni mezzo elettronico, è dominato da un senso della vita che è virtuale. È una realtà virtuale di una realtà già di per sé virtuale. Quindi, è una metarealtà.

Quella che si vive sui computer è una esperienza malata, costituita da emozioni patologiche, in quanto non aderenti al mondo effettivo. Nella esistenza là fuori si gioisce, si soffre, si vive per qualcosa di concreto, che lascia una traccia esperienziale nella coscienza di ciascuno di noi.

Traccia assai utile, in seguito, per continuare ad interpretare il mondo nella maniera più fisiologica possibile. La realtà interna che si crea lo sportivo è fondamentale per ottenere i successi.

Essa è costituita soprattutto dalle sue convinzioni, circa quello che è in grado di fare o non fare. Le credenze sono incredibilmente importanti. Naturalmente, è imprescindibile anche le realtà che vivono trainers e insegnanti.

Se, ad esempio, essi posseggono convinzioni limitanti, le trasmetteranno inconsciamente ai loro allievi. Questi percepiranno la peculiarità caratteriale dei loro allenatori e finiranno per avere un rendimento scadente.

Non va poi dimenticato che la mente confonde molto spesso la realtà con la fantasia. Una tale caratteristica potrà divenire una spinta propulsiva anche per l’atleta meno dotato. Se egli è convinto di essere un ottimo sportivo, anche se non possiede mezzi tecnici eccelsi, vedrà aumentare vistosamente il proprio rendimento.

Quello che noi crediamo vero, diviene la nostra realtà. Infatti, nella esperienza di molti noi esiste il ricordo di atleti che hanno iniziato la carriera senza grandi prospettive, ma che hanno poi prodotto un rendimento eccellente. Attenti, dunque, alle convinzioni e alla realtà che ci creiamo.

Stiamo crescendo una generazione di alienati, completamente disadeguata ad affrontare la esistenza difficile di ogni giorno. Per questo i nostri figli sono fragili. Vivono in un mondo tutto loro. E, cosa assai deleteria, lo scambiano per il mondo vero. Ripeto: le emozioni che si vivono utilizzando i computer, non sono emozioni vere. Sono costruite. Hanno un diverso sapore.
Non rappresentano più il sale della vita. Perché quando si affronta l’esistenza con tali emozioni fittizie, si mette a nudo la grande fragilità delle generazioni più recenti.

E la colpa di tutto questo, non è dei giovani. È degli adulti. Siamo noi che dovremo rivedere certi modelli di vita. Bisogna cogliere l’occasione della profonda crisi odierna per tranne conseguenze vantaggiose.

Einstein affermava che le crisi sono delle benedizioni per la nostra esistenza. Nel corso delle crisi gli uomini sanno tirar fuori le risorse migliori. Come il giorno nasce immancabilmente dalla notte profonda, cosi le crisi dei valori o delle risorse economiche partoriscono un salto di qualità della vita dell’uomo e dell’atleta.

Bisogna saper imparare dagli errori passati. È necessario insegnare ai nostri figli il tenere in grande considerazione la realtà vera, con tutti i suoi difetti e con tutti i suoi pregi. Dobbiamo fare in fretta. O ricostruiamo un nuovo senso della morale o il mondo si avvierà sempre più sull'orlo del precipizio esistenziale, a cui siamo terribilmente vicini.

Per usare una metafora sportiva, sta a noi adulti scendere in campo e dettare nuove regole del gioco. La crisi odierna è una occasione pazzesca per modificare tutto quello che è necessario. Non sprechiamola. I Veterani dello Sport della UNVS possono dare un contributo decisivo in tal senso.



Dottor Nicola Pecere
allenatore mentale
associato UNVS Sezione "Bassa Romagna"




Fonte: Addetto stampa Sezione UNVS Bassa Romagna www.unvsromagna.it