A colloquio con STEFANO MEI, candidato alla presidenza della FIDAL

18-08-2020 19:16 -







Lo spezzino STEFANO MEI, grande mezzofondista, talento scoperto e, da sempre allenato, da Chicco Leporati, (Azzurro d'Italia, socio UNVS alla Spezia), è nuovamente in pista, candidato alla presidenza della FIDAL.

L'ex mezzofondista spezzino, tra l'altro presidente dell'Atletica Spezia Duferco, sconfitto da Alfio Giomi, nel 2017, mette sul tavolo la sua capacità, esperienza, entusiasmo, managerialità, tesa a guidare la FIDAL per il prossimo quadriennio olimpico.


STEFANO MEI è inoltre SOCIO D'ONORE presso la Sezione UNVS "AMLETO CASADEI" di FORLI'





Ecco l'intervista a Stefano, da parte di PINO CLEMENTE


Quali le sue esperienze nel management.

- L'atletica è qualcosa che diventa parte integrante di te, così ho praticamene scelto la strada della dirigenza sportiva un minuto dopo aver “appeso le scarpette al chiodo” nel 1996, vivendone tutti i gradi, prima da dirigente di società e poi da consigliere regionale della FIDAL Liguria, sino ad arrivare al 2001 all'elezione nel Consiglio Nazionale FIDAL in quota atleti ed anche nel Consiglio Nazionale del C.O.N.I. , mentre da marzo 2017 rivesto il ruolo di Presidente dell'Associazione Benemerita del C.O.N.I. “Olimpici e Azzurri d'Italia”.
Pensavo e penso tuttora che chi ha calcato le piste debba successivamente mettere il proprio “know how” al servizio dello Sport, sia che scelga di fare il tecnico, sia che scelga la strada dirigenziale, cercando di migliorarsi continuamente.
Per questo, nel 2011, frequentai il Master di Sport Management organizzato da LUISS e Scuola dello Sport del CONI presso il Centro G. Onesti a Roma.
Per non farmi mancare un'esperienza, sono stato anche membro del C.d.A. dello Spezia Calcio dal 2016 al 2019.

Cosa contesta alla Fidal gestita da Alfio Giomi.

- Non si tratta di “contestare”, ma di rilevare che quanto promesso da Alfio già nella campagna elettorale del 2012 non si è verificato.
Sono convinto che chiunque si candidi alla presidenza federale lo faccia con un progetto ed i migliori intenti, ma non si possono dimenticare le “promesse” disattese, a partire dalla prima che, ovvero di rimanere un solo mandato alla guida della Federazione. Lecito cambiare idea, ovviamente, ma lecito anche per il “popolo” stigmatizzare la mancanza di coerenza.
Detto questo, imputo a questa gestione la contemporanea mancanza di risultati, quindi l'aver mantenuto un “trend” al ribasso che veniva denunciato nei confronti delle precedenti gestioni e il sistematico bilancio annuale in perdita (ad esclusione dell'ultimo). Ecco, questo non deve accadere!Ovviamente l'ideale sarebbe avere i conti in ordine e buoni risultati agonistici, ma se ad uno scarno (molto scarno) bottino di medaglie si aggiunge una situazione economica al limite del dissesto, beh…più di qualcosa non quadra.

Quali innovazioni nelle sue intenzioni.

- Da tempo sostengo che si debba professionalizzare l'atletica, soprattutto quando si andrà ad individuare la composizione del settore tecnico. Penso ad una Federazione che si comporti come un'azienda, con una forte responsabilità ed attenzione a risorse umane ed economiche: immagino una sorta di bando di concorso, con presentazione dei curricula e colloquio con i candidati.
Un gruppo forte di otto/dieci tecnici che diventi punto di riferimento indiscutibile per tutta la comunità dell'atletica, con contratti biennali e la possibilità di conferma per il biennio successivo a fronte di analisi del rendimento. In parole povere un team di professionisti, con un adeguato compenso, che sposino il progetto federale come scelta di vita, disposti a muoversi sul territorio (sia nelle sedi di allenamento degli atleti, che nelle sedi dei raduni federali, ma anche a supporto delle varie regioni)
per mettere a disposizione la propria esperienza, creare delle collaborazioni dirette con i Fiduciari Regionali e le società per innestare un “circolo virtuoso” che faccia crescere sempre più anche i tecnici che operano ogni giorno nei tantissimi campi di allenamento.
Tutto questo con la“supervisione” di un D.T. che, in questa “visione”, deve essere un vero manager, divenendo il fulcrodell'attività del settore tecnico ed a cui rivolgersi per qualunque problematica del proprio settore.
Egli dovrà essere anche un filtro tra i tecnici che opereranno sul campo ed il Consiglio,condividendo la traccia delle linee politiche e restando parimenti in continuo movimento per sovrintendere le diverse situazioni e necessità, senza limitarsi a diventare un meroselezionatore.Col gruppo che mi sostiene (Orgoglio del Riscatto - ndr) crediamo che responsabilizzare i tecnici di ogni area del settore tecnico (come di ogni altra figura di rilievo) passi anche dal lasciar loro la facoltà e la responsabilità di decidere le squadre, esprimendosi ognuno per la propria competenza ed inserendo criteri quanto più oggettivi possibile, provando così a rendere questo compito di scelta meno gravoso.
Non sarà di certo questa l'unica innovazione, tant'è che - ad esempio - stiamo ragionando su sistemi premiali diversi per valorizzare le società che contribuiscono stabilmente alla crescita del nostro sport sul piano locale e dei risultati; servirà inoltre innestare un nuovo approccio ed un ulteriore tecnologizzazione dei sistemi che coinvolgano anche il settore del GGG, nonché un piano di marketing e comunicazione che permetta alla FIDAL, ai comitati regionali, alle società ed a tutti i tesserati di vedere valorizzata su ogni piano la propria immagine ed il proprio valore.

Le priorità, se sarà eletto.

- Vorrei riportare gioia nell'atletica.
Troppo spesso noto musi lunghi tra gli atleti, insoddisfazione per la distanza tra centro e territorio, tecnici, giudici e società che si sentono abbandonati o lontani dalla politica e dall'attenzione della Federazione.
Ecco, penso che questo dipenda da un sistema che non premia il merito, o perlomeno che fa trasparire criteri poco oggettivi quando si tratta di sostenere tecnici, atleti e società, privilegiando talvolta il ricorso a collaborazioni esterne discutibili.
Questo è quanto non vorrei che si dicesse un domani della Federazione guidata dal nostro gruppo.
Vorrei che la gestione del nostro Consiglio possa essere ricordata per aver riportato al primo posto la filosofia madre del nostro sport, perché nell'atletica devi essere definito sportivamente il/la “migliore” solo se fai un centimetro in più o un centesimo in meno.

Come risolvere il problema del divario tra le Regioni più sviluppate e le depresse, che fu avviato a soluzione da Primo Nebiolo.

- La questione del divario territoriale sul piano tecnico, prestazionale, degli impianti e di tesseramenti e affiliazioni ha una enorme quantità di variabili che necessitano di essere tenute in conto: il contesto socio-economico, le amministrazioni regionali, provinciali e comunali, la storia sportiva dell'area, lo stato di conservazione ed utilizzo delle infrastrutture dell'atletica, il rapporto con il territorio e la scuola, ecc...
Di certo ritengo sia necessario, soprattutto in alcune regioni, avviare dei percorsi mirati e specifici, immaginando di delegare uno o più consiglieri a tale tema e, perchè no, condividendo con i Presidenti dei Comitati Regionali ed eventualmente con i GSM delle attività specifiche di promozione e supporto periferico, non per forza basate esclusivamente sull'investimento economico (sicuramente importante), ma anche o soprattutto sulla presenza continua e profonda nelle aree meno sviluppate, con l'attivazione di specifiche figure interne alla federazione per un miglior supporto tecnico alle amministrazioni, nonché con un percorso di comunicazione e progettazione che porti ad un implemento della cultura sportiva locale di concerto col CONI che possa vedere l'atletica protagonista, anche laddove non esistono piste, ma vi è comunque tanta buona volontà e/o competenza...

Domanda d'obbligo: i Giochi della Gioventù sono una chimera?

- La società è cambiata e di conseguenza anche la scuola, sia per l'avvento di tante nuove attività e progettualità in orario curricolare ed extracurricolare, sia per un percorso di riduzione progressiva dello spazio e delle risorse destinate all'attività motoria nelle scuole.
I Giochi della Gioventù, così come per me e tantissimi altri, sono stati l'occasione ed il pretesto per l'avvicinamento con l'atletica in età scolastica, ovvero quelle fasce d'età che dovrebbero rappresentare il principale bacino di promozione e tesseramento federale.
Personalmente non dimenticherò mai l'attesa di quei momenti in cui, oltre ad allontanarsi qualche ora dai banchi, ho conosciuto tanti amici ed ho portato a casa quelle emozioni, quegli stimoli e quell'entusiasmo che poi mi ha portato a lasciare il calcio ed a dedicarmi all'atletica… e penso che tutto sommato la mia storia dimostri che non sia stata affatto una scelta sbagliata!
Serve pertanto ragionare approfonditamente sull'inversione di questo trend, esplorando eventualmente strade nuove di dialogo e coinvolgendo tutti i soggetti interessati, a partire MIUR, Amministrazioni, Provveditorati agli studi, Federazione (nazionale e territoriali) e società, per costruire una proposta che possa avere un appeal contemporaneo ed un'attrattiva moderna per alunni e docenti di oggi, mettendo a disposizione il "know how" e le capacità delle società e dei tecnici dei territori in cui le scuole insistono.

È favorevole alle Elezioni entro il 19 marzo 2021?

- La pandemia in atto ha messo alla luce delle imperfezioni statutarie e regolamentari di tutto il mondo dello Sport.
Nessuno di noi avrebbe mai immaginato quanto abbiamo vissuto ed ancora accade nel mondo, né di conseguenza la possibilità che potesse essere rinviata un'Olimpiade, pertanto è necessario intervenire per correggere alcune imprecisioni.
Allo stesso tempo ritengo che i parametri di legge siano sempre il faro primario in qualsiasi rotta, pertanto ciò che fa attualmente fede non può che essere la "Melandri/Lotti".
Da uomo dello Stato, pertanto, ritengo che essa sia valida sino a prova contraria e non penso che, in assenza di provvedimenti legislativi differenti che deroghino dalla scadenza quadriennale, utilizzare il pretesto dei Giochi Olimpici richiamati negli statuti o, peggio, l'ipotesi di un nuovo sviluppo del contagio da Covid-19 faccia onore a chi la sostiene.


PINO CLEMENTE



Fonte: UNVS La Spezia - La Spezia www.unvsliguria.it