trento: quattro veterani trentini fai da te in ciclabile da parigi a londra

11-12-2020 14:05 -

Pochi anni fa quattro Veterani trentini -Ada con il marito Vittorio (vicepresidente dell'associazione) Alice, (attuale segretaria) e Luisa membro del Consiglio direttivo) - decisero di compiere un'altra delle loro epiche imprese cicloturistiche europee.
Su suggerimento di Ada, grande sportiva di trekking a piedi ed in bici, decisero infatti di percorrere con bicicletta "tradizionale" la ciclabile Parigi - Londra, indossando orgogliosamente la divisa dei Veterani dello sport di Trento.

Ecco la cronaca di Ada:
era dal tempo dell'Olimpiade a Londra (molti giornali ne parlavano) che il tarlo di questa avventura ha cominciato a rodermi. I pro e i contro erano in lotta fra loro: un lungo viaggio per arrivare a Parigi, francese e inglese un po' ostici, l'allenamento un po' carente…, ma il sogno era troppo bello. Ho cominciato a sondare Alice, l'amica di tante avventure in bici, ottima ciclista, poliglotta e perfetta organizzatrice. Poi Luisa, un'altra amica, è contagiata dal nostro entusiasmo che resiste ai tentativi di dissuasione degli amici maschi. Un terzetto femminile con Vittorio come “body guard” (e meccanico al bisogno). E così il 29 maggio 2014 inizia la nostra avventura, organizzata da noi, senza alcuna agenzia specializzata, con le nostre normali bici compagne di tante avventure, le sacche con il minimo indispensabile, l'abbigliamento tecnico da pioggia, confidando di trovare ogni notte un tetto sopra di noi.

Partenza da Trento con il camper. Trasferta piuttosto lunga: Austria, Germania, Francia. Vittorio guida per 730 km. Usciamo dall'autostrada a Saverne delizioso centro in Alsazia dove pernottiamo. Il giorno successivo, dopo 480 km. arriviamo finalmente al camping di Maisons-Lafitte a circa 30 km da Parigi posto proprio lungo la ciclabile in riva alla Senna e qui lasceremo il camper per iniziare la vera avventura.

. Giorno successivo prima pedalata per sgranchirci le gambe. Avvicinandoci a Parigi siamo sconcertati: non pensavamo che la periferia fosse così degradata. Pedaliamo anche un po' a vuoto per mancanza di indicazioni e lavori stradali. Ci troviamo nel quartiere di St.Denis dove due poliziotti, indicandoci il percorso pedonale per la Basilica Saint Denis (che volevamo vedere) ci raccomandano di nascondere cellulari, portafogli e… profilo basso! Visi poco benevoli, ci sentiamo a disagio (e i sanguinosi attentati successi dopo erano ancora inimmaginabili). Visitiamo la cattedrale a turno per non lasciare incustodite le bici. Poi è tutta una volata fino a Notre Dame: punto di partenza della Avenue Verte.

Il giorno successivo si parte per Londra e in tre giorni arriviamo a Dieppe, dove ci imbarcheremo per attraversare la Manica. Come non scordare, lungo il percorso, lo Chateau de Villarceaux, dove c'è una festa in costume. Il giardino di Monet a Giverny, il pernottamento in una romantica casa di campagna, coccolate dalla padrona di casa che con grande nostra gioia ci fornisce i biglietti (corsia preferenziale) per l'ingresso – affollatissimo – al giardino di Monet.

Anche per noi, a Dieppe, controlli severissimi all'imbarco, senza ancora alcun sentore di Brexit.
Cena a bordo. Consultando il nostro libretto prenotiamo per un pernottamento a Newhaven. Sbarcati ormai col buio pesto lo troviamo con qualche difficoltà: è un B & B gestito da…cinesi.
Approviamo all'unanimità la proposta di Alice. Dopo attento studio del percorso e della mappa, suggerisce di arrivare a Londra con il treno e ritornare pedalando: sembra ci siano meno salite!
Tempo minaccioso. All'arrivo a Victoria Station per incanto cessa la pioggia. La strada per Buckingham Palace è bloccata: la regina ritorna in corteo dopo il discorso a Westminster e possiamo assistere al delirio dei turisti e dei londinesi per la loro regina.

Pedalare a Londra è veramente stressante e così camminiamo spingendo le bici. Scopriamo che stiamo destando curiosità e simpatia passeggiando per la città con le nostre divise (ancora presentabili) e molti ci fermano chiedendoci da dove arriviamo, qualcuno vuole una foto con noi. Poche volte mi sono sentita così orgogliosa a dire: We are from Italy!

Un diluvio ci sorprende mentre mangiamo all'aperto lungo il Tamigi, ci ripariamo all'interno e quando il diluvio si trasforma in pioggerella, decidiamo di partire. Fidando nella buona sorte (e nel mio Angelo Custode) lasciamo il centro, fermandoci spesso a consultare la guida e faticando molto per trovare il percorso ciclabile – per me il tratto più stressante di tutti i miei itinerari ciclistici - arriviamo a Morden passando per Wimbledon. A Morden (non c'è posto all'albergo) ci consigliano di arrivare a Sutton ed è già l'imbrunire. Sotto la pioggia battente, per fortuna su strada non molto trafficata, io che mi sgolo a gridare: tenete la sinistra, attenti a frenare, ecc. arriviamo all'Holiday Inn di Sutton. Ridiamo ancora al ricordo a cosa avranno pensato le impeccabili fanciulle della reception a vedersi davanti questi quattro ciclisti, inzaccherati, un po' stravolti non tanto dalla stanchezza, ma dalla tensione e dallo stress.

Il giorno dopo sole splendente. Ed è una gioia arrivare a Brighton. Lunga sosta sia in città che giù sulla spiaggia, dove ci concediamo “fish & chips”, intrattenuti da un simpatico cameriere-studente italiano.
Ultima pedalata, bella, alta sulla scogliera per lunghi tratti, fino a Newhaven dove ritorniamo per il pernottamento dai nostri cinesi.
Da Dieppe poi in treno fino a Parigi.

Mi sono dilungata un po' troppo forse, scusate, ma i ricordi di questa impresa sono ancora troppo vivi in noi E' stato un percorso impegnativo, ma di grande soddisfazione e del quale siamo tutti molto orgogliosi, vista anche la nostra non più tenera età

Bilancio della spedizione:
- brutta caduta su sterrato, senza conseguenze
- una foratura
- tanto stress specialmente per trovare il percorso (mai visto una ciclabile così mal segnalata) Ho letto con
grande piacere che adesso è segnata bene



Fonte: Ada Andreaus