Elegie per Cervignano

02-02-2021 09:28 -

Una solidarietà mistica ci lega al luogo natale. E' come far parte di un nido,
intessuto di nomi, sentimenti, ricordi, gesti. Tutto appare chiaro quando uno dei
protagonisti viene a mancare e lascia un vuoto. Scompare dalla vita reale, ma
entra subito in quella immaginaria, trasmessa poi nelle memorie condivise. Però
è necessario che qualcuno lo sveli con le parole giuste, quelle che entrano nei
cuori e nella mente, restandoci per sempre. Ciò avviene anche a Cervignano del
Friuli, Comune di 14 mila abitanti, grazie a Mario Matassi, il professore,
l'anima di un luogo che si raccoglie sì in piazza Indipendenza, ma anche attorno
alle sue osservazioni, argute, colte, pervase da un senso dell'ironia misurato e
benefico. Da molti anni Matassi ricorda i cervignanesi che ci lasciano con brevi
lettere pubblicate sulle pagine del Messaggero Veneto, quotidiano di Udine.
Non sono articoli, ma proprio lettere, scritte rivolgendosi a chi se ne è andato e
a chi lo piange. Nell'insieme intrecciano un racconto emozionante, vero, su cosa
possa essere una comunità.
Ora le lettere sono state raccolte in una pubblicazione, intitolata “Elegie per
Cervignano”, uscita per volontà della sezione locale dell'Unione nazionale
Veterani dello sport e dell'associazione Cervignano nostra, con l'aiuto di
sponsor come CrediFriuli, azienda Rossato e hotel Internazionale. Sul libro (il
cui ricavato va in beneficenza e con la copertina disegnata da Emanuel
Simionato) ci sono i saluti del sindaco Gianluigi Savino, di Roberto Tomat e
Michele Tomaselli e la prefazione di Gianni Bellinetti, che tratteggiano la
personalità di Matassi, il suo ruolo, affettuoso e centrale nella socialità
cervignanese, quale punto di equilibrio e raccordo tra epoche e situazioni
diverse. “Questo libro – scrive Martina Delpiccolo nella postfazione – è fatto di
gesti. Prima ancora del leggere e dello sfogliare. Quanti atti d'amore ha
compiuto, per noi, l'autore. Quale struggente delicatezza e quale mirabile forma
di civiltà tra le righe di quest'opera. Fin da quel primo gesto: lo scrivere un
nome. Un nome o un cognome di chi non potrà più fissarlo su un foglio o
pronunciarlo in un battito di vita”.
La preziosa “Spoon river” friulana comincia con l'addio a Dario Aita, “un eroe
troppo solo”, e poi continua con “il flebile sorriso, dolce e signorile di Elda
Lupatin, “con “la poetessa del quotidiano” Loredana Marano, con “il vocione
ruvido” di Severino Codato, con “la visione oraziana” del dottor Michele
Matto, narrato nel giorno dei suoi 90 anni, e con altri nomi mai dimenticati in
paese, entrando pure in mondi divenuti leggendari, come l'osteria di Checco in
piazza o la barberia di Sinatra. Dai ritratti emerge “una Cervignano ancora
caratterizzata dal fondamento delle chiacchiere antiche”, dice Matassi. Lui le ha
ascoltate e ce le propone perché, cucite insieme, sono un tesoro di tutti.
Paolo Medeossi