Per rimettere in moto lo Sport e l’Italia, Valentina Vezzali all’assalto con un progetto da 700 milioni

19-04-2021 00:22 -











La crisi del Covid è spesso stata paragonata a un conflitto bellico.
Usualmente come confronto sui numeri delle vittime o alcune pratiche come il coprifuoco.
Crisi però viene dal greco antico κρίσις, e significa originariamente “bivio”, quindi assume molti altri significati, tra cui “capacità di discernimento, interpretazione e giudizio”.
Ogni crisi nasconde quindi un’opportunità e ogni distruzione di guerra una ricostruzione, a patto di saper sfruttare l’occasione.
Lavorare presto e bene.
L’Italia ci ha messo mezzo millennio per riprendersi dalla guerra Greco-Gotica, ma nei soli 20 anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale ha prosperato quanto mai prima, riedificando una nazione più forte e splendida.

Con questa consapevolezza, Valentina Vezzali dice che «Dobbiamo lavorare tutti insieme, affinché, dopo questa pandemia, la nuova normalità veda una popolazione ancora più sportiva e dedita ad uno stile di vita attivo».

L’ex campionessa di Scherma, un vero e proprio alfiere tricolore in carne ed ossa con le sue 6 medaglie Olimpiche da Atlanta ’96 a Londra 2012 e i 16 ori mondiali, ha ben chiara la situazione: il Covid ha distrutto vite in ogni possibile accezione, e ha devastato lo Sport.
Non solo i grandi eventi spostati, ma una Caporetto per società, atleti e semplici praticanti. «Quasi un bambino su due, un ragazzo su tre e un adulto su quattro oggi ha smesso di fare attività sportive.
Mentre si registra un aumento dei problemi di sovrappeso, obesità e sedentarietà», ha recentemente spiegato la leggenda azzurra, dal 16 marzo 2021 sottosegretario di Stato con delega allo Sport, e quindi impegnata in prima linea sul fronte della ripresa delle attività.

Già il 23, appena una settimana dopo il suo insediamento, aveva illustrato, al Senato il progetto Sport e Periferie, in cui -all’incirca ai minuti 7.45 e 9.22 del video sottostante, prima di cedere la parola per gli interventi degli Onorevoli- ha fornito i numeri di un piano complessivo che vede nello Sport il motore della rinascita per l’intero paese.
700 milioni di € sono la quantificazione economica totale, da intendersi, come spiega -tra i minuti 1.10.30 e 1.13.30, quando riprende la parola- come “esclusivi” per le esigenze minime e più stringenti.
Di questi 700 milioni, 500 saranno riservati all’impiantisca già presente, con finanziamenti che vanno da 500 mila € a 7 milioni per la singola ristrutturazione, e i restanti 200 per nuove strutture, con gli stanziamenti per la singola opera che varieranno dai 7 ai 70 milioni.



È un progetto grandioso che solo la possanza dei mezzi attivati dal Recovery Plan avrebbero potuto imbastire, compatibile con un altro progetto avviato nel 2018, per cui sono arrivate 3380 richieste per un valore complessivo di 1 miliardo, 769 milioni e 317 mila €. Un numero che incute un certo timore a leggerlo e rileggerlo. C’era quindi necessità di interventi già prima dello scoppio della Pandemia.

Lo Sport tanto chiede perché tantissimo può dare.

Il piano presentato dalla Vezzali dovrebbe sbloccare migliaia di posti di lavoro per operatori specializzati, e quindi si tratterebbe di uno sforzo non solo “in quantità” ma anche “di qualità”; coinvolgerà le aree urbane più degradate del paese, soprattutto del Mezzogiorno, e le scuole, inserendosi in un’ottica di rigenerazione del territorio e di rafforzamento dello spirito sociale; infine, ha addirittura tra i suoi scopi espliciti obiettivi di rigeneramento dell’aria e di educazione digitale.



C’è quindi il lato più caratteristico e pregnante della disciplina sportiva, il benessere, da cui comunque non si dissociano ulteriori vantaggi economici: «Mai come in questo periodo il rapporto tra sport e salute è di strettissima attualità. L’assenza di Sport, dovuta alla pandemia ha messo in evidenza l’importanza che l’attività motoria ricopre nella società. Avrebbe “ripercussioni positive sul Sistema Sanitario Nazionale e dal punto di vista sociale. Per non parlare dell’indotto economico che l’attività sportiva porta con sé».



È stato perciò istituito un vero e proprio consiglio di guerra, un tavolo tecnico presso il Ministero della Salute presieduto dal sottosegretario Andrea Costa, in passato consigliere Comunale a La Spezia, e coordinato dal professor Pier Francesco Parra, responsabile Medico delle squadre nazionali della Federazione Italiana Tennis.



Spiega Costa: «Sport significa professionismo ma anche salute e aggregazione. Inoltre, in tanti casi, ha anche una funzione sociale di inclusione. Dobbiamo ripartire e creare le condizioni affinché si possa tornare a fare sport. Oggi più che mai la politica deve prendersi la responsabilità di fare delle scelte».

Una programmazione a 360° che vedrà nella riorganizzazione delle Maratone sul patrio suolo uno dei primissimi punti, rendendo esecutiva una mozione già approvata dal Parlamento un anno fa: «Le maratone – ha spiegato Costa – non sono solo un evento sportivo ma un grande evento di promozione del territorio. Dobbiamo semplificare l’iscrizione degli atleti internazionali che arrivano dall’estero, solo così possiamo rendere le nostre gare competitive con quelle di altri paesi e creare un indotto che ha grande valenza turistica».

Un esempio pratico di come lo Shock Covid ha portato a scuotersi e mettersi in moto. Just Do It è il fortunato motto della Nike, che può però valere per ogni appassionato. Fare. Agire. Per una volta la politica si è messa in gioco senz’esitazione. Nike era la Dea greca della Vittoria e oggi invita tutti a coglierla. Basta arruolarsi e cogliere l’opportunità nella Crisi, la via dura ma virtuosa e soddisfacente dietro il bivio. Gli impianti, nuovi o ristrutturati, arriveranno. Per non farsi prendere di sorpresa, bisogna riprendere a correre.
Come quando ci si getta all’assalto e non in punta di fioretto, anche se a spingerci è la Vezzali.


FEDERICO BURLANDO


LIGURIASPORT.COM



Fonte: UNVS Genova - Genova www.unvsliguria.it