I Veterani dello sport piangono la morte del grande Lucio Buoso

01-02-2022 10:22 -

Cavaliere della Repubblica, Maestro del Lavoro, dirigente della Lancia allo stabilimento di Bolzano, alla soglia dei novant'anni ha cessato di vivere Lucio Buoso personaggio di primissimo piano nel mondo dei Veterani dello Sport. Negli anni ‘90, negli anni a cavallo fra il vecchio e il nuovo millennio Lucio Buoso non era solo il “number one” fra i veterani della sezione di Bolzano ma era il vicepresidente nazionale vicario del mitico e leggendario Edoardo Mangiarotti, praticamente il suo “delfino”. Come non ricordare l'incontro di anni fa in al ristorante “Da Cesare” fra Mangiarotti, Buoso e i dirigenti altoatesini che avevano invitato grandi capi dell' UNVS per una ricorrenza celebrativa. Dopo i discorsi ufficiali e la cerimonia quattro chiacchiere davanti a un buon vino per parlare delle prospettive della nostra grande associazione ma anche per un tuffo nel passato: Mangiarotti, l'azzurro più medagliato alle Olimpiadi, sorrideva ricordando senza falsa modestia alcuni scontri epici con la spada, Buoso molto più modestamente parlava del suo passato di calciatore un “bomber” con la maglia della Lancia nel campionato di quarta serie. Una sproporzione fra il passato sportivo dell'uno e dell'altro ma li legava una grande amicizia, il collante indispensabile per guidare in sintonia l'attività di un' UNVS che per un processo generazionale sta perdendo inevitabilmente la vecchia dirigenza ma è sempre viva e dinamica salvaguardando lo spirito antico!

Lucio Buoso, classe 1932, vita di collegio al Damiano Chiesa e maturità classica al liceo Carducci di Bolzano, si è distinto per il carattere forte, talvolta autoritario, fra le doti positive vanno sottolineati anche lo spirito di associazionismo, la generosità d'animo e soprattutto gli affetti familiari: la moglie Maria e i figli Paolo e Carlo sempre nel cuore.”Ricorrevano i 60 anni di matrimonio” ha detto Maria in lacrime prima che il compagno della sua vita se ne andasse (era il 9 gennaio ).

“Dovete accettarmi con i miei pregi e con i miei difetti” ripeteva il cav. Buoso in assemblea o in consiglio direttivo rivendicando con orgoglio le sue origini di figlio della Laguna Veneta, per la precisione San Stino di Livenza, tappa d'obbligo durante una gita dei Veterani altoatesini a Venezia e dintorni. Da ragazzo Lucio si era mess in luce per il suo talento calcistico. Non aveva il fisico del centravanti classico ma aveva il fiuto del gol, il classico rapinatore d'area. Ha giocato in quarta serie con la Lancia, forse meritava una serie superiore ma con gli amici si “vantava” , giornale e statistiche alla mano, di aver conquistato il titolo platonico di capocannoniere. Il calcio è sempre stata la sua passione: da giocatore a dirigente, da presidente organizzativo a presidente onorario della vecchia Virtus Don Bosco, una fucina di talenti almeno a Bolzano. Nel 1978 il “matrimonio” fra le Vecchie Glorie calcistiche della Virtus Don Bosco e l'Unione dei veterani dello sport. Dopo Sergio Pandini e Bruno Stenico è Lucio Buoso (era il 1993) il terzo presidente della sezione UNVS di Bolzano, una delle prime d'Italia per numero di soci, per i successi ai campionati di atletica e di sci, per l'organizzazione di quella piccola Olimpiade battezzata trofeo Prestige: ogni anno da 10 a 14 gare da organizzare in discipline diverse dagli sport invernali all'atletica e al ciclismo, dal nuoto alle competizioni di tiro con l'arco o la carabina. A quel tempo non si parlava di parità di genere ma Buoso aveva al suo fianco in veste di vicepresidenti, una donna e un uomo, Marianne Market e Felix Martinolli “il giudice”. Le manifestazioni di punta: la festa dell'Atleta dell'anno e la consegna della fiaccola agli atleti altoatesini vincitori di medaglia d'oro alle olimpiadi. Il dinamico Lucio Buoso decise di festeggiarli a casa loro in un'atmosfera festosa con autorità, banda musicale e tanto folclore: Josef Polig (combinata slalom – discesa ) a Vipiteno e Gerda Weissensteiner (slittino singolo) a Collepietra. Nel 1966 la grande festa per i 25 anni di fondazione. A Bolzano arrivarono il presidentissimo Edoardo Mangiarotti con il segretario generale Carlo Monti. Una festa indimenticabile con Buoso a fare gli onori di casa e a ribadire i valori dell'amicizia e della solidarietà fra tutti i soci della stupenda famiglia dell' UNVS. La revisione dello statuto stabilì nel 2002 l'incompatibilità del doppio incarico: il vicepresidente vicario Buoso non poteva più restare in sella , anzi alla guida della sezione di Bolzano. Di qui il passaggio di testimone a un grande dirigente dell'hockey, il cav. Alberto Ferrini, che da vent'anni guida con dinamismo ed eccellenti capacità organizzative la sezione altoatesina dei Veterani dello sport. Lucio Buoso è però sempre intervenuto alle manifestazioni e alle feste organizzate a Bolzano fino a quando ha dovuto a malincuore abbandonare ogni attività a livello nazionale e locale per una malattia che gli ha aperto le porte della casa di riposo togliendogli progressivamente la sua forza, le energie e il dinamismo di sportivo a 360 gradi . Fra varie onorificenze Lucio Buoso era particolarmente fiero della Stella d'oro del CONI al merito sportivo. Sulle colonne dell'”Alto Adige”(era il 4 dicembre del 2008) il collega Valentino Beccari scrisse:”Un Cavaliere senza paura, destro e sinistro quando tirava calci al pallone ma polivalente e versatile anche negli altri settori in cui si è cimentato: dalla stanza dei bottoni della Federcalcio al club dei Veterani dello sport di cui è l'anima e il motore”.

A dare l'ultimo saluto a Lucio nella chiesa Tre Santi a Bolzano c'era una folta rappresentanza di Veterani e tanti sportivi. Ciao Lucio: non ti dimenticheremo!


Fonte: Franco Sitton