Basta con la retorica ipocrita dello sport pulito

12-03-2015 14:07 -

La polemica: quando un giovane si avvia alla politica, alla finanza, allo spettacolo, lo si ammonisce sulle schifezze che troverà lungo il cammino.

Lo sport è certamente più pericoloso...

Chissà se presto o tardi arriverà il giorno in cui ci sbarazzeremo della sciocca retorica sullo sport. Di quel ritornello ipocrita ripetuto come un mantra dalle anime belle. Quelli che... lo sport è un modello di educazione, maestro di vita, indispensabile e incorruttibile totem all´etica e alla morale.

Non scriviamo qui di coloro che con passione e generosità si applicano a insegnare o a praticare le più disparate discipline, per il gusto di divertirsi e di arieggiare i muscoli e i polmoni.

Non scriviamo neppure dei giovani. Ma dello sport professionistico che, va da sé, viene preso a modello da ogni dilettante e da ogni ragazzo. Un modello che, per qualche stravagante e assurda ragione, si vorrebbe, per l´appunto, d´esempio o, peggio ancora, lo si spaccia come tale.

Perché lo sport dovrebbe vestire i panni del buon maestro quando oggi è un´altra cosa?

Corruzione, doping, doping amministrativo e finanziario, scommesse, riciclaggio di denaro, fallimenti e truffe, speculazioni finanziarie, infiltrazioni mafiose, partite truccate, arbitri venduti, violenze, morti eccetera, eccetera, eccetera.

Sono solo alcune delle stazioni che si possono incontrare, a intervalli più o meno regolari, frequentando il mondo dello sport, attivamente o da osservatori.

Stazioni frequentate dalle massime espressioni del potere: dai dirigenti delle federazioni e società, fino ai guappi di provincia.

E poi tutto ciò che non è reato: furbizie, trucchi, favori, sudditanze, volgarità, cori razzisti. È normale che sia così.

Siamo nel campo del business, dello spettacolo, del sociale. Ragionevolmente non si può pretendere che un bordello si trasformi in un candido batuffolo per educande. E non servono a niente i moralismi: un altro tipo di sport non è possibile e quello che c´è alla fine piace alla gente, che lo segue con granitico entusiasmo stagione dopo stagione, porcheria dopo porcheria. Sottoscritto compreso.

E nessuno s´aggrappi alla scusa patetica del modernismo. Le malefatte ci sono sempre state, peggiori o uguali a oggi, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Quel che si può chiedere, però, è di smetterla di vaneggiare di sport pulito. Di chiedere a certi filibustieri di non riempirsi la bocca col chewing gum dei valori e del buonismo, con cui fare dei bei palloncini in faccia a stampa e tifosi, salvo poi ritrovarsi con le pezze al culo.

Nel migliore dei casi.

Quando un giovane si avvia alla politica, alla finanza, allo spettacolo, lo si ammonisce sulle schifezze che troverà lungo il cammino. Lo sport è certamente più pericoloso. È come la vita: uno stagno pieno di fango con qualche bella ninfea...

Tutto questo lo ritengo assai squallido, credo che si sia ormai persa la vera cultura dello sport, chi frequenta palestre e i centri sportivi, lo fanno il più delle volte solo per mettere in mostra la loro immensa stupidità, per mostrare l´ego di colui che con lo sport non ha proprio un bel nulla che fare.

Palestre e centri sportivi gestiti da ignoranti in cui non vediamo altro che ragazzi che fanno a gara a chi ha il paio di scarpe più bello, il borsone più costoso e che fanno dello spogliatoio un vero proprio salotto in cui scambiarsi chiacchiere di ogni tipo.

Ma questa tendenza sempre più attuale non è altro che il frutto di coloro che non sanno minimamente come gestire dei ragazzi in tale contesto, e presi soltanto dall´interesse per il business vanno completamente a distruggere sempre più la vera cultura e i veri valori dello sport, ormai ad anni luce da come la intendono gli sportivi per modo di dire attuali.

Le palestre e i circoli sportivi in generale sono per lo più gestiti e popolati da gente vuota e priva di coscienza e passione per quello che dovrebbe essere un punto di riferimento e di grande importanza psicofisica per l´individuo, lo Sport.

Per esperienza diretta e personale opinione oggi come oggi invito chiunque a pensarci molto bene prima di decidere ad iscrivere il proprio figlio o il proprio nipote in una palestra od in un centro sportivo.

Ci sono troppe persone poco competenti che gestiscono queste strutture, e troppe poche persone capaci di far "allenare" con competenza un individuo.

Ritengo che ci sia troppa poca formazione all´interno di molte palestre e centri sportivi da parte di quelli che si presentano come istruttori o altro, chiunque oggigiorno è capace di spacciarsi di essere un istruttore.

Il più delle volte si tratta di persone con scarsissima esperienza sia a livello di conoscenze a livello fisiologico sia per quanto riguarda le metodologie dell´allenamento.

Si va cosi inevitabilmente a correre il rischio di "crescere" in una palestra e centro sportivo, bellissimi dal punto di vista estetico, ma in cui nessuno sa darci valide indicazioni sul come apprestarci in quello che dobbiamo "imparare".

Il business ha ormai infangato ogni ragione per cui essere persone competenti e seriamente preparate per gestire un centro sportivo o una palestra, tutti pensano ormai a come fare soldi, tutto in modo veloce, trascurando cosi anche le cose fondamentali come appunto prepararsi e studiare adeguatamente per seguire nel miglior modo possibile un giovane ragazzo che decide di "fare sport".

Ormai la preparazione e la competenza sono diventati nient´altro che stupidissimi dettagli... ed ecco l´istruttore o il personal trainer a disposizione di ragazzini pronti a seguire gli esempi e le istruzioni di chi non capisce nulla e che si fa forza della sua posizione di venditore di illusioni.

Il semplice «muoversi» all´interno di un ambito operativo come quello della motricità, definito per antonomasia «pratico», non è, in definitiva, garanzia sufficiente per dire che siamo in presenza di un «agire pratico»; allo stesso modo, non è scontato dedurre che lo sport sia di per sé educativo per il solo fatto di praticarlo.

Il sapere pratico è fortemente intrecciato al contesto e alla persona, e, proprio per queste sue caratteristiche, non può essere insegnato allo stesso modo di una tecnica sportiva, ma può solo essere mostrato, condiviso, raccontato, sollecitato, favorito, in ultima analisi, testimoniato da persone che hanno fatto del loro sapere pratico una virtù. Proprio per questi suoi aspetti qualitativi, non oggettivi, il concetto di sapere pratico si avvicina molto a quello di competenza personale.

"... impegniamoci a creare "attorno" ai Giovani un ambiente dove i valori condivisi più che essere «detti», siano vissuti; dove i Giovani non siano «indottrinati», ma «sperimentino» i valori proposti. Solo «facendo esperienza» dei valori condivisi trasmessi dalle esortazioni e dai reali e coerenti comportamenti dei genitori, dei professori, dei dirigenti sportivi, degli allenatori, ecc., i valori diventeranno atteggiamenti interiori spontanei dei Giovani e si tradurranno in «stile di vita» ..."

Partendo da queste considerazioni, la UNVS, la Unione Nazionale Veterani Dello Sport, particolarmente attenta anche all´educazione attraverso lo sport, ha avvertito la necessità di pensare, progettare e realizzare la VEMS deputata alla "Valutazione Etica e Morale Etica dello Sport".

Si è deciso, quindi, di partire dalla lettura profonda del vissuto - dalla vita narrata - degli attori stessi dello sport che sono tanti e "tanto" qualificati all´interno della nostra Unione, che puntasse a riconoscere i valori Etici e comportamentali di base da utilizzare a supporto di un Protocollo di Valutazione Etica e Morale delle Società Sportive che svolgono la loro attività di formazione sportiva dei Giovani.

Lealtà
Alla base del comportamento sportivo c´è una sorta di tacito patto di lealtà che lega tutti i soggetti che a vario titolo compongono il variegato mondo dello sport. Al di fuori di questo patto non c´è situazione o evento sportivo, non c´è sport.

Il rispetto di sé
La lealtà comincia da sé stessi. L´impegno con se stessi è la precondizione per il miglioramento continuo delle proprie prestazioni e per conseguire una preparazione adeguata alla situazione di gara.

La motivazione all´impegno si alimenta della consapevolezza che il miglioramento continuo delle proprie prestazioni è conseguenza di un lavoro di preparazione atletica svolto a regola d´arte, attraverso prove, verifiche e misure nei vari aspetti che riguardano la specialità sportiva praticata.

Il miglioramento è frutto di una valutazione oggettiva, di cui occorre "lealmente" prendere atto. Il doping mina il patto di lealtà verso sé stessi e verso l´altro, il rispetto delle regole, che dà significato alla gara, al confronto sportivo.

Il rispetto dell´altro
Lo sport aiuta a relazionarsi con gli altri e a comprendere che nella vita non si hanno nemici, ma avversari. Lo sport è un costruttore di capitale sociale di qualità.
Lo sport, inoltre, è un potente strumento di integrazione sociale, soprattutto per persone disabili, cui offre la possibilità di realizzare una "grande qualità di vita", in relazione alla disabilità sofferta.

Sport palestra di vita
Lo sport aiuta a crescere con gradualità e a rispettare le regole. La preparazione del gesto atletico richiede attenzione e lavoro.

Lo sport matura la cultura del lavoro su di sé per produrre un risultato, il miglioramento delle proprie prestazioni atletiche.

Facendo attività sportiva si impara
a) a vincere e a perdere;
b) a convivere con gli altri;
c) il sacrificio;
d) a essere misurati e moderati.

Il gioco di squadra
Lo sport insegna a lavorare in squadra. Lo sport costituisce un mondo sociale unico, per vari aspetti a sé stante, che viene vissuto dagli atleti come una forma privilegiata di esperienza.

La rilevanza sociale dello sport chiede a tutti gli attori coinvolti di attivare e costruire relazioni sinergiche finalizzate a svolgere con consapevolezza e responsabilità il ruolo educativo e sociale che le investe.

COSA È LA STELLA UNVS
La "Valutazione Etica E Morale Dello Sport" si "identifica" con lo speciale distintivo di cui si potranno fregiare le Società (associazioni/società/centri sportivi, club, scuole, ecc.) valutate dalla UNVS con esito positivo ed è una sorta di "lasciapassare" da rilasciarsi anche a qualificate ricorrenti iniziative in ambito sportivo che rispondano/valorizzino principi etici fondanti.
Essa garantisce:
a) la genuinità dei valori promossi nello sport;
b) la reputazione degli "operatori sportivi";
c) la salvaguardia di un processo formativo per l´uomo attraverso lo sport.

PERCHÈ UNA "VALUTAZIONE ETICA E MORALE DELLO SPORT"
Si avverte l´esigenza di affrontare le degenerazioni dello sport (violenza, doping, corruzioni, successo a qualsiasi costo, ecc.) con una intensa azione formativa ispirata ai valori Etici dello Sport.

Riscoprire e affermare tali Valori (rispetto delle regole, spirito di sacrificio, socializzazione, perseguimento di un obiettivo, ecc.) collegandoli a quelli tipici della pratica sportiva (prontezza di riflessi, capacità di prevenire, visione del risultato, diletto e passione, ecc.) significa puntare a formare uomini, oltre che campioni, così da
realizzare quel motto

"... quel che conta è non perdere nella vita ..."


Fonte: Giovanni Salbaroli - Delegato UNVS Romagna - VEMS www.unvsromagna.it