I VALORI DELLO SPORT

09-04-2015 20:58 -

Un progetto scolastico per riflettere con i ragazzi sul mondo dello sport con l´obiettivo di renderli consapevoli degli autentici valori che fondano ogni attività sportiva.

Coniugando le discipline di educazione fisica e lettere è possibile.

Coniugare le discipline di educazione fisica e di lettere in un progetto comune... impresa impossibile? Certamente no, a condizione che i docenti siano così tanto appassionati da riuscire a trasmettere la loro passione per lo sport anche agli alunni.

L´idea è di costruire un progetto scolastico a partire dal tema sportivo.

Per la verità, non ho ancora un programma ben definito. Dovremo navigare a vista, senza fissare degli obiettivi immediatamente valutabili, attratto come sono anche dalla piega che potrebbe assumere il progetto stesso, un po´ come quando - con spirito di avventura - si intraprende un viaggio senza avere una rotta precisa e consapevoli che gli ostacoli da superare saranno tanti.
Sono partito, perciò, seguendo un unico filo conduttore, la volontà, cioè, di riflettere insieme ai ragazzi sul mondo dello sport. Una riflessione, questa, che quasi si impone per l´attualità dell´argomento, in quanto tristemente ormai possiamo constatare che buona parte del mondo dello sport è afflitto da un vero e proprio cancro, che lo sta degradando e divorando dall´interno.

In molti ambiti lo sport ha finito infatti col mutuare dalla società malata tutte quelle connotazioni negative che essa ha prodotto nel corso del suo inarrestabile "progresso": arrivismo, potere, denaro, successo ad ogni costo, disonestà.

Premesso che sono partito dalla considerazione, certo poco "decoubertiniana", che quando si gareggia è giusto che ogni atleta cerchi di vincere con tutte le sue forze, sarebbe "bello" cercare, attraverso le discussioni con gli alunni, di renderli gradualmente consapevoli degli autentici valori che fondano lo sport e che lo rendono, sin dai tempi degli antichi Greci, così affascinante. Ne risulterebbe, pertanto, una lettura alquanto singolare per loro, non abituati come sono a cogliere il lato umano del campione, reso finalmente spoglio di tutte le prerogative imposte dai mass-media e dagli sponsor, e ridotto - invece - a "persona" capace di commuoversi, di sbagliare, di deludere, di gioire come qualunque altro essere umano.

Facile sarà far emergere gli aspetti "etici" dello sport ed a fare comprendere che competizione e legalità (intesa come osservanza di norme) possono, anzi devono, coesistere nello sportivo.

Noi della UNVS siamo convinti, a questo proposito, che l´educazione fisica o la pratica (a livello amatoriale o agonistico) di un qualsiasi sport possono rappresentare - se correttamente indirizzati - uno dei modi migliori per generare i veri "cittadini" di domani. Va da sé, ad esempio, che i campetti degli oratori o dei comuni sono stati per decenni l´unico baluardo contro il degrado giovanile di interi quartieri.

Tuttavia oggi, e qui gli allenatori di qualunque squadra ne converranno, è sempre più difficile far comprendere ai ragazzi l´eticità dello sport, che parte dal rispetto dell´avversario e arriva all´accettazione serena della sconfitta (il famoso "bisogna saper perdere").
Far capire che praticare uno sport significa fatica e sacrificio, paziente attesa del momento della vittoria, lealtà, concentrazione, rispetto, ecc. risulta compito arduo, come già detto, in una società dominata dal culto del "tutto e subito" (e possibilmente senza alcuno sforzo, anzi, se è il caso, infrangendo le regole per ottenerlo).

Oltre ai "racconti" dei Veterani ci si dovrebbe avvalere della lettura di brani antologici, di articoli di giornale, di poesie, di canzoni. I ragazzi potranno analizzarli, in piccoli gruppi e con la nostra supervisione, i documenti, sintetizzandone oralmente e per iscritto i contenuti, discutere argomentando le loro opinioni, esprimere giudizi, maturare un punto di vista personale, per concludere il lavoro con la stesura di un breve ma curato dossier... tutto questo, credo e mi piace pensare che tra non molto sarebbe bello dire crediamo, permetterebbe agli alunni di riflettere con spirito critico su un mondo, quello sportivo, ormai sommerso dagli interessi economici e commerciali.

L´argomento, nella sua complessità "trasversale", potrebbe essere oggetto di un colloquio d´esame.

E concludo riportando, in maniera sia provocatoria sia ispiratrice, un mio scritto già apparso sul nostro giornale il Veterano dello Sport

Lo Sport non parli il linguaggio della guerra.

Noi Veterani, lanciamo un appello agli atleti, agli allenatori, ai rappresentanti del mass-media, dei club e delle federazioni sportive, agli organizzatori di eventi sportivi a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale - meglio più semplicemente a tutti i membri della comunità sportiva che sono convinti del ruolo positivo dello sport nel nostro mondo, di unirsi a noi.

Quindi noi della UNVS, membri di una famiglia sportiva che si basa su questi Valori, raccomandiamo che: squadre, atleti, allenatori devono bandire espressioni aggressive e linguaggio militaresco quando parlano dei loro avversari. Devono essere consapevoli della propria influenza nel ruolo di modelli per le nuove generazioni e per la società nel suo insieme. Perfino le più importanti competizioni sportive devono restare un gioco, nel quale l´avversario è un partecipante e non un nemico
.

Pertanto, nessuno deve usare espressioni collegate alla guerra. Nessuno deve cercare di "distruggere, uccidere, spazzare via il nemico". Tutti devono sforzarsi di ottenere una vittoria corretta e tollerante, evitando di usare termini del tipo uccidere, cancellare l´avversario. Lo Sport non è guerra.

I mass-media devono fare uso della loro grande influenza sulla società per facilitare questo percorso e bandire il linguaggio militaresco dallo sport. Consapevoli della necessità di rispettare in pieno l´indipendenza e l´autonomia dei media, vogliamo insistere di non lasciare spazio alla diffusione di idee violente, ma di sottolineare i valori di correttezza, tolleranza e rispetto insiti nello sport. E nel caso si usi il linguaggio militaresco, sia solo nel senso di condannarlo. La stampa ha un valore educativo, così come la TV e tutti gli altri media. Tutti questi hanno un ruolo importante da svolgere nel guidare la società verso i valori giusti. Lo Sport non è guerra.

I tifosi devono continuare ad essere orgogliosi delle loro quadre, club ed atleti preferiti, senza offendere gli avversari. Senza l´avversario, non c´è incontro, gioco, competizione. I tifosi devono riconoscere che l´avversario merita come minimo lo stesso rispetto e la stessa attenzione dell´atleta o della squadra preferita. Spetta anche a loro mettere al bando l´aggressione, l´atmosfera di conflitto, l´odio dagli stadi e dai campi sportivi. Lo Sport non è guerra.

"...
Onore: un valore antico ma attuale. Vincere con onore significa vincere in modo corretto; perdere con onore significa aver gareggiato con impegno e accettare serenamente la sconfitta.
Si rende onore al proprio avversario stimandolo, si rende onore al proprio paese dando il meglio di sé.
...
"

E così, in uno sforzo congiunto da parte di tutti noi, facciamo in modo che lo Sport sia uno spazio per gioia, divertimento, comprensione, tolleranza e correttezza - e non permettiamo all´aggressione, alla guerra e all´odio di fare ingresso nei campi sportivi e negli stadi. Questo non è rispettoso nei confronti dello Sport e ancor meno nei confronti delle vittime delle numerose guerre in corso nel mondo. Proviamoci...

Fonte: Giovanni Salbaroli - Delegato UNVS Romagna www.unvsromagna.it