Filippo Grassia l’Isola nel cuore
15-12-2025 12:15 - Focus
L’occasione del recente premio UNVS agli studenti a Roma ha offerto una bella passerella agli atleti e ad un ‘Siciliano DOC’
La recente premiazione de “Con UNVS Studenti sportivi studenti vincenti” svoltasi a Roma nella bellissima cornice della Sala d’onore del CONI ha dato modo ai Veterani della Sicilia di vivere una giornata memorabile. Sia per il contesto e la ben riuscita organizzazione sia perché tra i premiati c’erano due ragazzi dell’Isola: Andrea Busà, 13 anni di Messina, e Sofia Martinengo, 15 anni di Catania. Entrambi hanno ottenuto il riconoscimento non solo per i risultati sportivi (Busà nelle specialità paralimpiche dell’atletica leggera e Martinengo nel volley con la Nazionale Under 16) ma anche per l’impegno nello studio e nella vita di tutti i giorni.
I due giovani atleti hanno raccontato l’emozione del momento e la quotidianità fatta di allenamenti, gare e ore sui banchi di scuola. Busà ha parlato della passione che lo spinge in pista e della determinazione nel superare le difficoltà, mentre Sofia ha narrato del valore della squadra, della disciplina e del sogno di crescere ancora nel volley azzurro, ispirandosi ad una campionessa come Myriam Sylla.
A consegnare il premio a Busà è stato il Consigliere Nazionale UNVS Filippo Muscio, Siciliano DOC, che da anni sostiene con un lavoro spesso silenzioso ma certo molto concreto il movimento veterano, propiziando tantissimi eventi con il preciso scopo di incrementare il numero di iscritti. A Roma a premiare Sofia Martinengo anche un altro siciliano dal grande impegno, consigliere della Sezione Santa Tecla di Carlentini, Gaetano Caserta.
Al centro della scena prestando alla bella manifestazione tutta la sua professionalità come conduttore c’era il Vicepresidente Nazionale Filippo Grassia assistito dalla valida collega Chiara Fabrizi.
E’ stata l’occasione per avvicinarlo e chiedergli del suo forte legame con la Sicilia. Grassia ha accettato di buon grado di essere intervistato, non tanto quale voce storica del giornalismo e per la sua storia professionale già nota, ma i fili affettivi che lo riportano sempre al Sud.
“Mia padre era di Santa Teresa di Riva, mia moglie di Palermo — ha detto — ed è naturale ci sia un legame particolare con la Sicilia, ogni volta che torno o che giro per l'isola. Tornare in Sicilia non è mai una formalità istituzionale, è quasi come un ritorno alle radici soprattutto per i miei affetti più cari”.
Il rapporto professionale con l’isola si intreccia con episodi giornalistici memorabili. Grassia ha ricordato la collaborazione con il quotidiano ‘La Sicilia’ ai tempi di Candido Cannavò: “Con Cannavò c’era sintonia, fiducia. Ricordo lo scoop su Michel Platini alla Juventus: avevo contatti con ambienti Fiat e seppi dell’operazione. Ne parlai con Cannavò e insieme decidemmo di darne notizia al quotidiano catanese. Fu un colpo giornalistico che ebbe risalto nazionale — e per me fu la soddisfazione di aver messo la Sicilia al centro di una notizia rilevante”.
L’affetto dell’isola si manifesta anche negli attestati di stima ricevuti: “Vittoria è stata una tappa toccante — ricorda — quando ricevetti quel riconoscimento dai premi nazionali promossi da Claudio La Mattina. Sentire la terra che ti premia per ciò che hai fatto, non solo per ciò che hai scritto, è una cosa che ti rimane dentro”.
Grassia ha narrato della Sicilia come di un luogo che lo rigenera e gli offre prospettive umane oltre che professionali: “Ogni ritorno è un’occasione per ascoltare storie: dirigenti di club, giovani atleti, tifosi. È lì che si vede il valore sociale dello sport, la sua funzione aggregante. Ho sempre cercato di restituire questa dimensione anche nelle mie pagine e nei miei interventi radiotelevisivi”.
L’intervista ha messo in luce anche un aspetto meno noto: il ruolo della memoria affettiva nella costruzione della carriera: “Non si tratta solo di ricordi personali — osserva — ma di un patrimonio di relazioni. La Sicilia mi ha insegnato l’importanza della fiducia reciproca; molte notizie, molte collaborazioni nascono da lì”.
Infine, uno sguardo al presente. Grassia continua a tornare spesso in Sicilia, a incontrare amici e colleghi, a seguire eventi locali “Quando posso ci ritorno volentieri e — conclude — per me non è un ritorno di circostanza. È un atto di gratitudine verso una terra che mi ha dato radici e che continua a ispirare il mio mestiere”.
Manuel Bisceglie
I due giovani atleti hanno raccontato l’emozione del momento e la quotidianità fatta di allenamenti, gare e ore sui banchi di scuola. Busà ha parlato della passione che lo spinge in pista e della determinazione nel superare le difficoltà, mentre Sofia ha narrato del valore della squadra, della disciplina e del sogno di crescere ancora nel volley azzurro, ispirandosi ad una campionessa come Myriam Sylla.
A consegnare il premio a Busà è stato il Consigliere Nazionale UNVS Filippo Muscio, Siciliano DOC, che da anni sostiene con un lavoro spesso silenzioso ma certo molto concreto il movimento veterano, propiziando tantissimi eventi con il preciso scopo di incrementare il numero di iscritti. A Roma a premiare Sofia Martinengo anche un altro siciliano dal grande impegno, consigliere della Sezione Santa Tecla di Carlentini, Gaetano Caserta.
Al centro della scena prestando alla bella manifestazione tutta la sua professionalità come conduttore c’era il Vicepresidente Nazionale Filippo Grassia assistito dalla valida collega Chiara Fabrizi.
E’ stata l’occasione per avvicinarlo e chiedergli del suo forte legame con la Sicilia. Grassia ha accettato di buon grado di essere intervistato, non tanto quale voce storica del giornalismo e per la sua storia professionale già nota, ma i fili affettivi che lo riportano sempre al Sud.
“Mia padre era di Santa Teresa di Riva, mia moglie di Palermo — ha detto — ed è naturale ci sia un legame particolare con la Sicilia, ogni volta che torno o che giro per l'isola. Tornare in Sicilia non è mai una formalità istituzionale, è quasi come un ritorno alle radici soprattutto per i miei affetti più cari”.
Il rapporto professionale con l’isola si intreccia con episodi giornalistici memorabili. Grassia ha ricordato la collaborazione con il quotidiano ‘La Sicilia’ ai tempi di Candido Cannavò: “Con Cannavò c’era sintonia, fiducia. Ricordo lo scoop su Michel Platini alla Juventus: avevo contatti con ambienti Fiat e seppi dell’operazione. Ne parlai con Cannavò e insieme decidemmo di darne notizia al quotidiano catanese. Fu un colpo giornalistico che ebbe risalto nazionale — e per me fu la soddisfazione di aver messo la Sicilia al centro di una notizia rilevante”.
L’affetto dell’isola si manifesta anche negli attestati di stima ricevuti: “Vittoria è stata una tappa toccante — ricorda — quando ricevetti quel riconoscimento dai premi nazionali promossi da Claudio La Mattina. Sentire la terra che ti premia per ciò che hai fatto, non solo per ciò che hai scritto, è una cosa che ti rimane dentro”.
Grassia ha narrato della Sicilia come di un luogo che lo rigenera e gli offre prospettive umane oltre che professionali: “Ogni ritorno è un’occasione per ascoltare storie: dirigenti di club, giovani atleti, tifosi. È lì che si vede il valore sociale dello sport, la sua funzione aggregante. Ho sempre cercato di restituire questa dimensione anche nelle mie pagine e nei miei interventi radiotelevisivi”.
L’intervista ha messo in luce anche un aspetto meno noto: il ruolo della memoria affettiva nella costruzione della carriera: “Non si tratta solo di ricordi personali — osserva — ma di un patrimonio di relazioni. La Sicilia mi ha insegnato l’importanza della fiducia reciproca; molte notizie, molte collaborazioni nascono da lì”.
Infine, uno sguardo al presente. Grassia continua a tornare spesso in Sicilia, a incontrare amici e colleghi, a seguire eventi locali “Quando posso ci ritorno volentieri e — conclude — per me non è un ritorno di circostanza. È un atto di gratitudine verso una terra che mi ha dato radici e che continua a ispirare il mio mestiere”.
Manuel Bisceglie




