ESSENZA DELLO SPORT

22-06-2020 17:31 -


Il vero Fair Play, l'essenza stessa dello sport, è accettare quanto avviene in campo o su una pista, accettare anche l'errore, l'imponderabile e talvolta persino l'ingiustizia
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Il concetto di Fair Play è nato insieme allo sport moderno, ma poi, con il cambiare della società e con l’avvento del professionismo sempre più spinto e sempre più legato a premi in denaro e a sponsor, ha cominciato a contare sempre meno, a vantaggio di successi e vittorie a tutti i costi. Da qualche anno però finalmente si è tornati a parlare di fair play, sottolineando la “sportività pura”.

Il Fair Play è una regola non scritta, ma dettata da un codice d' onore presente nello sport; la locuzione Fair Play si può così tradurre: “play” con gioco e “fair” con leale, aggettivo scelto tra equo, giusto, imparziale, corretto. Ciò significa rispetto delle regole e dell’avversario, accettazione dei propri limiti e della realtà, correlazione risultati sportivi - impegno, capacità di accettazione della sconfitta.

Il Fair Play non è collegato solamente alla tematica sportiva ma anche in generale come Etica da rispettare nella propria vita. Mantenere la lealtà con chi ci circonda è un dovere, anzi, un obbligo. La mancanza di correttezza e di onestà nel gioco non solo lo altera, ma addirittura lo distrugge.

Il nostro paese dispone di molte “realtà” che si impegnano a diffondere le principali idee anche nelle scuole e nei centri sportivi più importanti. Il principio fondamentale è: “Fare di ogni incontro sportivo, indipendentemente dalla posta e dall’importanza della competizione, un momento privilegiato, una specie di festa”. Ciò credo sia uno dei principi fondamentali per fare sport sano, divertente e utile per il corpo.

“… age quod agis …”, fa quello che fai, cioè “mettici tutto te stesso, mettici la testa, il cuore, le mani, i sentimenti… Mettici tutto quello che hai”. Questo proverbio latino molto significativo, ma soprattutto emblematico, può essere attribuito sì allo sport, ma è soprattutto una frase maestra di vita.

L’accostamento tra sport e vita è essenziale in quanto sono uno il completamento dell’altra. Lo sport è uno strumento di vita attraverso il quale emergono una serie di valori, ma purtroppo anche scorrettezze. Proprio come succede nella vita quotidiana.

Per quanto riguarda i valori, possiamo citare il coraggio di affrontare con serenità le competizioni (lo sforzo di trovare la serenità nei momenti difficili della vita), la solidarietà di supportarsi l’un l’altro, l’incoraggiarsi reciprocamente, il rispetto degli avversari e delle norme che regolamentano lo sport ma anche la vita di tutti i giorni.

Un punto che mi colpisce particolarmente è la gioia di vivere. Infatti, attraverso lo sport si riesce a capire veramente il valore della vita e quanto essa sia da apprezzare.

La gioia è trasmessa dagli occhi di un bambino che taglia per primo il traguardo, ma anche dal sorriso amaro di un perdente o dalla fatica di entrambi.

Grazie all'esperienza positiva si è in grado di arricchire il proprio patrimonio di esperienze, si cresce anche fisicamente e ci si mantiene sani ed in forma. Lo sport va considerato gioco di vita, un lungo cammino che porterà alla maturazione di un individuo. Se si gioca bene, se si agisce in modo leale, si cresce; se ci si comporta in modo scorretto ci si sminuisce.

Anche la sconfitta è, in molti casi, elemento di crescita; il riconoscere i propri errori e i propri limiti deve fare di noi delle persone decise a migliorarsi. Saper resistere alle negatività della vita non è una condizione in cui si nasce, quindi soggettiva, ma piuttosto un processo che ognuno di noi può costruire.

Uno degli strumenti per farlo è proprio lo sport: per poter raggiungere gli obiettivi prefissati, bisogna lavorare con fatica e onestà. Purtroppo non sempre nello sport come nella vita per raggiungere gli obiettivi si usano mezzi morali leciti, comportamento tipico di chi crede di poter ottenere, in tutti campi, i massimi risultati con il minimo sforzo.

Credo che l’attività sia di aiuto a tutti, anche ai ragazzi in difficoltà, con problemi di inserimento sociale e con destino probabilmente segnato dal disadattamento. Molti di loro, proprio avvicinandosi allo sport, hanno l’opportunità di scoprire l’importanza ed il valore delle regole, imparano che esiste un altro modello di vita che forse non sarebbero mai stati in grado di scoprire. In questo sta la magica funzione formativa dello sport.

“… L’importante è partecipare ...” Con questa famosa frase si viene spesso consolati quando non si arriva primi in una competizione, ma l’amarezza della sconfitta spesso perdura. Perché? Semplice: quando ci si mette alla prova e si partecipa a una gara è naturale che si voglia superare gli altri e arrivare al traguardo vincitori. Se ciò non accade, si resta ovviamente delusi.

Tuttavia, i veri atleti non sono coloro che sono pieni di rancore nei confronti dei propri avversari, bensì coloro che ne riconoscono la superiorità e si congratulano con loro per la vittoria.

L’importante è partecipare, non vincere?
Non proprio: l’importante è mettercela tutta e accettare anche la sconfitta se altri sono meglio di noi. L’importante è cercare di fare sempre meglio, non tanto per sentirsi superiori agli altri, quanto per essere degni di gareggiare lealmente e sportivamente
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Infatti gareggiare solo per partecipare porta a una sorta di pigrizia che non ci permette di dare il massimo. Una gara è un banco di prova che richiede impegno, non solo una tiepida partecipazione. Per queste ragioni la frase “Ciò che conta è partecipare, non vincere”, non corrisponde esattamente a quello che un vero sportivo vorrebbe sentire alla fine di una gara.

Il segreto sta in una semplice regola secondo cui dobbiamo pensare ogni volta che affrontiamo una prova (non solo nello sport): la competizione serve per dare il meglio di noi stessi e gli altri non sono avversari da battere, ma punti di riferimento.

Siamo disposti ad aiutare gli altri, anche se questo significa rinunciare ai nostri obiettivi o alla vittoria? Nello sport ci sono delle regole a cui ogni giocatore si dovrebbe attenere; purtroppo spesso non è così.

Infatti ormai l’unica cosa che conta per uno sportivo è vincere anche a discapito degli altri concorrenti.

Il rispetto delle regole è imprescindibile sia nello sport che nella vita. In ambito sportivo si dovrebbe partecipare a competizioni senza voler ottenere la vittoria a tutti i costi; così come nella vita bisogna accettare i propri limiti e le sconfitte, trovando la forza di migliorarsi.

Il Fair Play si basa anche sulla capacità di rifiutare qualunque tipo di azione che possa arrecare danno ai nostri avversari, o alle persone che ci vengono poste al fianco.

Si deve cercare la vittoria nell’onestà e nei nostri valori, non in quello che ci viene proposto come giusto, ma che può avere gravi conseguenze in futuro.

Quando ci si rende conto che qualcuno sta sbagliando, glielo si deve far notare, non per accusarlo, ma per conferirgli la consapevolezza delle sue azioni in modo che possa rimediare ai suoi errori.

Nello sport, come nella vita, non è sempre facile decidere di fare la cosa giusta, ma saperla riconoscere è già un passo importante. Tutti dovremmo impegnarci ad onorare la vita e tutto ciò che essa ci offre.

Quello che si chiede, non è di fare sempre la cosa più opportuna, anche perché altrimenti sarebbe facile; l’importante è semplicemente vivere e giocare rispettando tutto quello che ci circonda e che è stato fatto per noi.

In fondo non sarebbe un’impresa così ardua, se solo capissimo quello che conta davvero: non la vittoria, ma la partecipazione con impegno, non l’essere i primi in tutto, ma avere il coraggio di ammettere che si può arrivare secondi.



Fonte: Il Delegato UNVS Romagna www.unvsromagna.it