Pietro Sibello: una “stella” per Luna Rossa

26-02-2021 09:52 -






E’ nato ad Albenga nel 1979, si è avvicinato alla vela all’età di otto anni, iniziando a regatare fin da subito ad alti livelli su Optimist e 470.
Nel 1998, insieme al fratello Gianfranco, Pietro Sibello sale sul 49er e, nei quattro anni successivi, diventa uno timonieri più forti al mondo, vincendo un Campionato Europeo e conquistando 3 medaglie di bronzo ai Campionati del Mondo.

Celebrato e premiato sul palco di Stelle nello Sport in ben due occasioni, Pietro ha partecipato alle Olimpiadi di Atene 2004 e Pechino 2008, qualificando l’Italia per le Olimpiadi di Londra 2012. Negli ultimi due anni ha ottenuto inoltre ottimi risultati nelle classi Melges, Moth e GC32. Questa è la seconda Coppa America con Luna Rossa. A bordo, oltre che trimmer della randa, è diventato anche tattico/stratega, per aiutare Checco Bruni e James Spithill nelle scelte sul bordeggio.



Una stella sportiva della Liguria è protagonista dell’impresa!
È la seconda volta che Luna Rossa vince le Challenger Series, 21 anni dopo l’ultima. Luna Rossa nella storia. Luna Rossa in finale.
Il team italiano demolisce Ineos Team UK con il punteggio di 7-1, vince la Prada Cup e conquista la qualificazione per il Match dell’America`s Cup 2021.

Per l’Italia è la terza partecipazione della storia all’America’s Cup (ci riuscì anche Il Moro di Venezia nel 1992).
Il prossimo obiettivo diventa quello di portare finalmente il trofeo in Italia, anche se i kiwi rappresentano un ostacolo sicuramente molto temibile da affrontare comunque a testa alta, dopo quanto dimostrato in queste ultime settimane.



Che storia, quella dei fratelli Sibello. Nel 2008, videro sfumare l’oro olimpico a Pechino a causa di un’onda che distrusse un sogno.
Poi per Pietro la malattia, il no ai Giochi di Londra, la fine della carriera agonistica.
Fino alla chiamata di Max Sirena, che lo ha coinvolto nel progetto della barca italiana di cui è diventato uno dei principali protagonisti.

E’ il 17 agosto 2008: a Quingdao, Cina, Pietro e Gianfranco Sibello partecipano alla finale olimpica (la medal race) della classe 49er. “Noi ci eravamo preparati in maniera maniacale – ricorda Pietro – eravamo entrambi 15 chili sotto peso e avevamo studiato il campo di regata fino al millimetro”. Quel giorno su Quingdao ci fu una tempesta imprevedibile e imprevista. “Era pericolosissimo, gareggiamo con l’unico obiettivo di arrivare interi alla fine – dice Sibello – e ci eravamo quasi riusciti, eravamo primi, gli altri erano tutti dietro che avevano problemi enormi a gestire l’onda isterica che si crea in quelle acque quando fa brutto”. A un centinaio di metri dal traguardo, con l’oro ormai a tiro, arrivò l’onda del destino e travolse tutto, la barca, i fratelli Sibello che erano a bordo, i loro sogni: “Si aprì una voragine davanti alla nostra prua e non potemmo fare altro che scuffiare”. I danesi che avevano rotto la propria imbarcazione presero “in prestito” la barca dei croati e portarono via la medaglia di bronzo si liguri. Una follia avallata dai giudici sportivi del Cio. “Dov’è lo spirito olimpico?”, scrissero Pietro e Gianfranco in una lettera, ancora oggi online. Nessuno gli rispose.

“Ci mettemmo mesi a rialzarci”, racconta oggi Pietro. “Con mio fratello non riuscivamo a superare quel colpo. Poi piano pian abbiamo ripreso il mare. E ci siamo concentrati su Londra. Vincemmo tutto negli anni successivi, circuiti olimpici, regate di classe, mondiali. A un anno dalle olimpiadi di Londra del 2012 eravamo in grandissima forma”. Ma una visita medica trova in Pietro una malformazione cardiaca fino ad allora mai riscontrata, un angioma. Stop cautelativo e inizio di un calvario incredibile. La Commissione Medica del Coni non gli rilascia l’idoneità per l’attività agonistica. Niente olimpiadi di Londra, fine della carriera agonistica. Altri quattro anni di lavoro buttati via.

“A questo punto della storia – racconta Pietro – arriva Max Sirena, skipper di Luna Rossa. Ero nel dimenticatoio, come si usa dire, lui mi venne a pescare e puntò forte su di me. Mi voleva nel progetto. Accettai. Gli devo molto”. Una volta arrivati ad Auckland, non è stato tutto facile. “Sia negli eventi di Natale sia durante i round robin (la fase eliminatoria della Prada Cup) ci siamo accorti che qualcosa non andava”. James Spithill – il timoniere – non riusciva a interfacciarsi al meglio con Checco Bruni. “Così i nostri allenatori hanno avuto l’idea di usarmi come stratega. Non tattico, ma stratega. Mi hanno spostato a poppa, mi hanno dato libertà di muovermi, di ‘cercare’ il mare. L’idea l’abbiamo rubata proprio agli inglesi”. Sibello è l’unico membro dell’equipaggio libero di muoversi a poppa, per scrutare il mare e cercare il vento tra le creste delle onde. “E’ un ruolo fantastico, guardo l’acqua e dico quale parte del campo mi piace, dove penso sia il buono, dove lo scarso. Quale lato devo difendere, come penso si debba affrontare un incrocio”. Da quando ha preso questa posizione a bordo, Luna Rossa ha cominciato a volare sul serio.



Adesso i kiwi! Si sa che sono velocissimi. Ma Sibello non ha paura. “Se c’è una cosa che ho imparato è che siamo privilegiati perché ci è data la possibilità di tornare ogni volta a competere al massimo livello. La paura non è un’opzione. Sono qui che mi godo questo momento fantastico, entusiasta di quello che ho. Soprattutto sono grato a me stesso per essere riuscito a superare tutte le difficoltà, le ingiustizie e le malattie, per aver sempre trovato il coraggio di dimenticare tutto e tornare nell’unico posto dove un marinaio deve stare: in acqua, in mezzo al mare e agli altri marinai a guardare in faccia le onde, a lasciarsi bagnare il volto dagli schizzi, cercando sempre di tenere gli occhi aperti in cerca del vento”.



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Fonte: UNVS Savona - Savona www.unvsliguria.it