Veterani di Bolzano in gita culturale a Rovereto

06-02-2023 16:46 -

Dalla mostra di Giotto e Novecento al museo futurista di Fortunato Depero

Puntuali come una comitiva di svizzeri una ventina di Veterani atesini dello sport sono partiti alle 8.15 del primo febbraio da piazza Vittoria a Bolzano per la gita culturale a
Rovereto proposta tempo fa da Guido Mazzoli e andata in porto grazie all’impegno organizzativo del “tandem Ferrini-Mazzoli”: il presidente impegnato a trovare la soluzione
migliore pere il viaggio fra conferme e disdette all’ultima ora, il consigliere a telefonare e inviare mail per prenotare ingressi e guide alla mostra “Giotto e il Novecento” e alla casa
museo di Fortunato Depero.
Tutto prenotato , tutto liscio come l’olio l’ingresso al Mart senza code di attesa, immediato il contatto con la guida Sara che ci ha illuminati con la
sua professionalità durante il tortuoso percorso fra le varie sale. Non era facile intuire l’accostamento fra il grande Giotto e i pittori futuristi o astrattisti nati 600 anni dopo.
La mostra presenta oltre 200 opere di artisti moderni e contemporanei ispirate all’arte diGiotto, il maestro che rivoluzionò la pittura medievale e che, secondo gli storici dell’arte,
inaugurò l’era moderna. Suddivisa in sette sezioni, la mostra si apre con una grande installazione immersiva che riproduce la Cappella degli Scrovegni di Padova.
Seguendo un ordine cronologico e tematico l’esposizione prosegue tra opere di grandi autori e autrici del ventesimo secolo accomunati dalla passione per la figura di Giotto, studiato, imitato, o
preso a modello di perfezione e spiritualità.
Tra metafisica e realismo magico i protagonisti della prima parte della mostra sono Carlo Carrà, Mario Sironi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico e Gino Severini tanto per citare i più famosi del Novecento.
I nostri obiettivi non hanno mancato di inquadrare il bel dipinto di vita contadina dell’unico artista sudtirolese Egger Lienz Più difficile per noi profani accostare il blu di Giotto al blu intenso che
caratterizza le opere futuriste del Novecento.
Dall’arte al Marzemino Tra la visita alla mostra “Giotto e il Novecento” e mil successivo appuntamento culturale alla casa museo di Fortunato Depero la meritata “pausa” gastronomica al ristorante San Colombano (consigliato dal delegato regionale Luciano Vanz) dove ci hanno servito un pranzetto con i fiocchi tra antipasti e primi innaffiati da Marzemino in bottiglia il pregiato e classico vino della Val Lagarina.
Il nostro autista si è improvvisato fotografo per la classica foto- ricordo di gruppo.
Quindi il secondo appuntamento artistico- culturale della giornata con la visita guidata alla casa-museo di Fortunato Depero considerata la “succursale” del Mart piacevolissima da ammirare dal primo al terzo piano espositivo.
La Casa d'Arte Futurista Depero è l'unico museo fondato da un futurista– lo stesso Depero, nel 1957 – in base a un progetto dissacrante e profetico: innovazione, ironia, abbattimento di ogni
gerarchia nelle arti. Depero, un vero pioniere del design contemporaneo, curò personalmente ogni dettaglio: i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti. Tentò fortuna a New York nel 1928 – 29, l'anno della grande crisi, ma fece la fame e tornando a casa trovò….l’America (ossia benessere e ricchezza) a Rovereto. Era geniale e pieno di iniziative dall’editoria al teatro, dalla pubblicità per la Campari alle copertine di grandi riviste come Vogue. In un certo senso anticipò i tempi delle sponsorizzazioni: per far quattrini l’arte al servizio dei viticoltori della val Lagarin della Banca di Trento e Rovereto
per non parlare della sua impronta a grandi Fiere all’Esposizione Internazionale di Parigi.
A Trento per la ricca Provincia autonoma ha curato la decorazione della sala del Consiglio provinciale. Negli anni ‘50 , come i pochi futuristi rimasti fedeli ai principi teorici del movimento, visse staccato dal dibattito artistico internazionale.
Nel 1959, grazie al Comune di Rovereto, aprì e inaugurò il primo museo futurista italiano una tappa indimenticabile della nostra gita. Fortunato Depero morì nell’autunno del 1960 un anno
dopo l’apertura del museo: il mondo dell’arte contemporanea perse uno straordinario personaggio che rimane nei cuori di chi , come noi veterani dello sport, ha potuto ammirare la sua eredità artistica.



Fonte: Franco Sitton